Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

anche con l'Austria, in un tiratira parente prossimo dell'agguato, s(; J'Austria può quel I 9 aprile lanciar,e impavida l'ultimatum al Piemonte: o il disarmo immediato o la guerra. Rimarrà pur sempre tra i capitoli che dànno l'orgoglio di nascere italiani questa sfida della quale si riempiono i firmamenti çlella Patri.a, la sfida d'un piccolo Piemonte, che, col solo appoggio friabile del vacillante Napoleone, guarda da pari l'immenso Impero austriaco: le truppe francesi sentono il contagio dell'ardore piemontese, si battono nell'alone della poesia eroica suscitata come un mito dall'irredentismo itàlico, Palestro Magenta e Solferino mettono fine al dominio del1'Austria in Lombardia; a Milano, sotto gli archi di trismfo, entrano Vittorio Emanuele, che sta scrivendo col ferro l'atto di battesimo della nuova Italia, e Napoleone III, che nel suo opaco sorriso di trionfatore è già morso dalla taràntola di barare contro 1'alleato per il diletto e il vantaggio della frode: l'uno assegna il destino alla spada, l'altro affida le percentuali al baratto. Ed ecco Villafranca: la pace separata della Francia con l'Austria, quando già Venezia, coi vivi, diritti, e coi Dogi, defunti, sta per aprire le porte alla vittoria. . Cavour vede gli eventi montare come una marea; invoca, grida, impreca: « Il vostro Imperatore - dice al Pieri, amico e confidente di Napoleone III - il vostro Imperatore mi àisonora... Ma questa pace non si farà. Non si farà, ve lo dico io. Diventerò rivoluzionario, dinamitardo; ma qu•esto trattato non sarà eseguito. Mai, mai ... )). Si fa la pace, si eseguisce il trattato; Cavour è solo contro la prepotenza della forza e la forza dell'intrigo; deve cedere: sempre la vita ferisce quando ha la voce dell'ingiustizia; quando l'ingiustizia è accompagnata dall'impotenza, ferisce vicino al cuore. S'è accesa una grande luce, con la proclamazione di Vittorio Emanuele Re d'Italia e con l'annessione dell'Emilia e della Toscana, però Venezia rimane fuori; ·non· tutti i conti sono saldati, rimane una partita aperta con l'Austria: la partita sarà chiusa. Intanto Napoleone non consentirebbe l'annessione della Toscana, se non fosse stretto dal timore che, di contro alla separata pace franco-austriaca, sorgano separati accordi fra il Piemonte e l'Inghilterra (la sua politica è sempre determinata II2 BibliotecaGino Bianco

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