Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

vita gram?, che mutava i diritti d'Italia in concessioni, l'eroismo in avventura, il popolo in sovranità; si accontentava d'una visione panoramica della gloria, coi giardinetti coltivati le statue equestri lo sparo dei mortari e i cori festivi del « Va fuori d'Italia, va fuori, o stranier >>; si misurava sulla spanna del « piede di casa>> e delle « mani nette)), senza pensare che il miglior segreto di queste formule sta nel negarsi il cielo chiu-. dendo le finestre e nel negarsi il rischio incrociando le brac- . ,, eia, COSl. Ma gli Italiani che possono guardare con occhi fondi l'opera viva e contemporanea di Napoleone III gli sono scontrosi e ne vivono in amarezza. Napoleone sa di essere raggiunto da questa condanna perenne: quando a Parigi si spara contro la carrozza che trasporta lui e Alessandro di Russia, è lui stesso, sùbito, a fare la diagnosi: « Se si tratta d'un italiano - dice rivolgendosi allo Zar - l'attentato è per me; se si tratta d'un polacco è per Voi >>. La vera spinta su Napoleone prende l'abbrivo dal comunello di Mèldola; sono le bombe di Felice Orsini a fini.r di convincere l'Imperatore che bisogna agire per l'Italia, e forse, ·senza lo spettro del Conte patriota ghigliottinato a Parigi, Napoleone permarrebbe in quella pavida incertezza che costituisce il peggiore ostacolo all'indipendenza italiana. Napoleone III è una natura spettacolare, suscettibile alle minacce dei fantasmi; l'Italia ha sempre uomini che, come il patrizio forlivese, sono pronti a incontrare le fredde lame della ghigliottina, disprn1ti: l'Imperatore ha il coraggio della paura, ch'è poi un volto dell'azione. E infine si vèntila un sinistro progetto ai danni dell'Itali<J.,così sùbdolo che se ne persuade presto l'Imperatrice, per la quale far del bene a un Italiano è come arrostirla sulla graticola: il progetto consiste nell'assicurarsi il confine delle Alpi, stabilire l'egemonia nella Penisola, formare in Italia dei « vassallaggi francesi )); l'a'lleanza del '59 porta questa segreta e infida aspirazione; non è davvero sua colpa se, dopo, i fati giganti la delt1dono, facendo sorgere da. questo primo evento e dall'eroica volontà degli Italiani il grande Stato unitario. . Si può soggiungere che il bel Napoleone deve tergiversare '"11r Biblioteca Gino B1~nco

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