Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

- caso strano - ritrova pur la sua giurisprudenza assodata e non antica: quella di Maria Antonietta, la quale, nel sottoscrivere « Marie Antoinette .Josepha Jeanne », aveva fatto cadere sul Jeanne una terribile macchia; i consoli della superstizione giurano tuttora come da quella macchia d'inchiostro sul foglio delle nozze (che doveva .conservare l'alleanza tra gli Asburgo e i Borboni) si sia scritta, ventitre anni dopo, la sentenza di condanna alla ghigliottina, per lei e pel marito. Ma Eugenia è ardimentosa e fiduciosa; non sa leggere, nel' ghirigoro, la triste vedòvanza in terra inglese, carica di gramaglie e d'abbandono, in cui troverà nerissimo epilogo il matrimonio fausto del 1853. Ella pone subito ~ontro l'Italia un odio senza tregua. È invischiata; per tradizione iberica e per educazione avita, in una bigotteria faziosa, nella quale si sperdono le luci della religione e fumigano le torbe del settarismo; la religione la richiamerebbe alla probità del costume e delle opere, la bigotteria le consente la licenza dei godimenti pesanti, in cui mareggiano tresche cong'i~re lettiere e libagioni. Non è il solo esempio del paolotto sensuale: Luigi XV è possieduto da furori religiosi, nei quali smarrisce l'intimità di Dio per la pratica esterna, ma non Io adombra il sospetto di contravvenire alle leggi del Signore tramutando la reggia in postribolo: si reca a piedi e senza sforzo dalla Cappella di Versailles al Parco dei Cervi. Eugenia, partitante, vede nel Parlamento di Torino un nemico del Papa; il Papa è per lei il maximum polit\co: si può pretermettere Dio nel dogma delle virtù cardinali, a patto di esser proni al Papa nell'indirizzo della contingenza terrena. Ella vuole che ii figlio sia tenuto a battesimo da Pio IX: non può considerare il Parlamento di Torino che come un nemico di tutti e di ,sempre, e l'Italia come la terra condannata dai decreti divini. Talvolta, cimentandosi per burla nel vernàcolo piemontese, finge di domandarsi chi sia questo Re Vittorio: « Chiel? .Chiel l'è al Re? ». Ma ella ha acuto sguardo, e vede che questo Re scriverà dopo Mentana la nota lettera a Pio IX: « Ho udito spesso e ho letto nei libri· approvati dalla Chiesa che qualche ~olta Iddio, nei suoi imro8 BibliotecaGino Bianco

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