Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

uno stato nervoso, tutta fremente. Si tratta, ora, non dell'Italia, ma del Piemonte. Essere o non essere, ecco la questione. Per più precisare: Cavour è pa.zzo, o non lo è? Il nemico può passare il Ticino. Niente può impedirlo. Infine, bisogna prender partito. Questo panico passerà come tanti altri )). O saggissima donna Costanza, che non sa se Cavour sia -pazzo o non sia, e patisce i sussulti del signor Lisio e del signor C., e n'è tutta fremente!. .. Leopoldo Rossi, in un suo acceso volume, spiega come Cavour sappia che gli Italiani valgano più di. quello che credano e come, assistito da tale fiducia, non esiti a metterli di fronte ai più grandi pericoli. Vero. Ecco tre, fra i tanti documenti, dai quali deriva necessario l'assunto del Rossi; essi son tutti pieni di significato per comprendere le ferme decisioni del Conte di Cavour. Il quale telegrafa al Colonnello Cugia: « Compite egregiamente l'opera iniziata dalla diplomazia. L'Italia non può risorgere che sui campi di battaglia. Ve li ho preparati: voi sappiate renderli feraci di risultati per la nostra. Patria )). Al cav. Vigliani, Governatore della Lombardia, scrive: «Noi non siamo più nel 1848; noi non ammettiamo alcuna discussione. Non tenete alcun conto delle sensazioni di quelli che vi stanno attorno. Il minimo atto di debolezza perderebbe il Governo)). E a La Marmara: « Ho mandato l'ordine a La Rovere di fare arrestare l'imprenditore X se rifiuta di fare il suo servizio. Noi arresteremo egualmente il suo associato titolare J. Se si dirà che questo non è legale, tu risponderai che me ne f ... )>. Che « me ne frego » voglion dire i puntini del Conte di Cavour; e, anche se la coscienza della contea e la respon- · sabilità del carteggio diplomatico non gli facciano scrivere tutta distesa la bella parola guerriera e fascista, fa egualmente piacere immaginarla sulle grosse labbra del Conte, contro le vestali della legalità, testarde a ignorare che Roma più volte atterrò la legge per salvare il diritto: è una risposta ben degna, Conte, dell'epoca ferrigna che si vive e d'un bicchiere di schietto Barolo. La bandiremo nei beati giorni, BibliotecaGino Bianco

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