T'ITTA MADÌA STORIA TERRIBILE DEL PARLAMENTO ITALIANO • . I I • . . , . • I • CORBACCIO Jall.'Oglio,eJitore - Milano ~-Co-nilco_ntri_'buto-di----, PRESlDENZA DEL CONSICLIO ~~SAR., DEI MINISTRI lr~ ,.,_ Sin1uur:1. di missione anui,·crsari nazionali cd cvcmi s.poni,·inazionali 1,. ,.,.}., e i111crna1.ionali ~A#''t'
Biblioteca Gino Bianco
STORIA TERRIBILE DEL PARLAMENTO ITALIANO L El1bliotecaGino Bianco
DELLO STESSO AUTORE: « Le trasfigurazioni della fede n (1924). « I processi della storia)> (1931). « I processi delJa cronaca )) ( 1932). << Pietà, signori ... )) [Arringhe 1 (1932). << Pezzi di mondo)) (1937). << Aria dei Colli Fatali )> ( 1938). re Biografia del peccato quotidiano>> (1940). BibliotecaGino Bianco
- TITTA MADÌA STORIA TERRIBILE DEL PARLAMENTO. ITALIANO CORBACCIO Jall.'Oglio,eJitore - Milano 1, B1b o eca Gino B anco
BibliotecaGino Bianco Proprietà ai·tistico-letteraria della Società Anon. Edizioni Corbaccio (Stampato in Italia)
INDICE-SOMMARIO ALBO DI GLORIA DEL PARLAMENTO ITALIANO pag. 13 PREFAZIONE STRETTAMENTE NECESSARIA « PRINCIPIUM ET FINIS PARLIAMENTI » . L'istituzione per « batter moneta » - I deputati alla ricerca della polvere - Le fettuccine rosse del guardaroba - Il popolo del Parlamento - L'Inghilterra e il Continente. BIOGRAFIA DEL «LEADER» FRA « I MOLTO pag. 17 pag. 25 ONOREVOLI GENTLEMEN » pag. 37 Saggio del parlamento perfetto - La « felix aetas >) d'Inghilterra - La giacchetta verdèrame - Discussioni alla Camera se il mondo si goda in proprietà- o in usufrutto - li diario di Mary - Talleyrand si mette a letto. PRIME ASSEMBLEE ITALIANE . li « parlascium » e l'« arengum » - Il cimiero e la br_illantina - Scherzo borbonico - Mal d'amore di Napoleone e costituzioni figurative - Pianto sull'inviolabilità dello Statuto. Ì' IL PARLAMENTO SUBALPINO E LE CANCELLEpag. 53 RIE EUROPEE pag. 71 li figlio di Ciceruacchio - Cavour chiamato « el pansciotel )) - Cesare e gli uomini di contorno - La cena dopo la storia - Destino d'alleanza tra Prussia e Piemonte. IL « BEL TENEBROSO )) E VILLAFRANCA . li salotto di donna Costanza - Napoleone III al « bai masqué » - L'Imperatore paga i debiti degli ufficiali - Il « gioco del mugnaio » - La camicia della co,,tessa. BibliotecaGino Bianco pag. 93 5
NIZZA, DAL PARLAMENTO PIEMONTESE ALLA CAMERA FASCISTA pag. IIS Le dimissioni cli Garibaldi eia deputato - Un duello cli Cavour alla pistola - "A l'àn massàme" - Le IO ragioni cli Guerrazzi - La pietra dell'Impero nell'aula cli Montecitorio - " Le naturali aspirazioni ciel popolo italiano>>. VITA PUBBLICA E PRIVATA DI PALAZZO CARIGNANO . L'umorista ciel Subalpino - Deputati visti a nudo - I cannoni cli legno cli Ricasoli - Ingiurie ... cerimoniose - Manzoni si dimette ... raziocinando. DALLA "LEGGE DELLE GUARENTIGIE» AI pag. 133 "TRATTATI DEL LATERANO" pag. 149 La sciarada cli Pio IX - Nasce la frase dello " stellone cl'Ital1a » - Quella cultura morta ammazzata - Polemica Orano-Gentile - La religione e le rivoluzioni •· Oratori alla tribuna. DAI « POSTUMI » DELLA BRECCIA ALLE PARENTELE. DEL FASCISMO pag. 195 La pubblicità d'una circolare segreta - Giovanni Prati aggredisce in versi Ruggero Bonghi - Un Procuratore . Generale contro la màfia - De Sanctis nelle crude rime cli Imbriani - Attacchi e difese ciel " precursonsmo » - Polemica Orano-Del Croix - La "Pentarchia» che muore sputando. IL BACCANO D'UNA "QUESTIONE MORALE» TRA LA FARSA DEI TRIBUNI E IL DRAMMA D'OLTREMARE . pag. 233 Le mogli cli Crispi - La gamba di Vladimiro - La difesa dei carcerati - Uno sdegno· cli Carducci - La làpicle fascista per Crispi - Il deputato della Bellezza - Processo Màcola-Ca vallotti. L'AFRICA, DALLA CAMERA RINUNCIATARIA ALL'IMPERO FASCISTA pag. 291 I « sanguinosi fianchi >>ciel bilancio - Gli. " icleòlogi » e la "politica pratica » - Principe e popolo - Baratieri al Tribunale cli guerra - Carducci e i « giovinetti borghesi » - Il " Via clall'Africa » nella Camera liberale - Il Parlamento in Camicia Nera. 6 BibliotecaGino Bianco
LA LEGGE PENALE, DAL CODICE DELL' 89 AL CODICE DI MUSSOLINI pag. 327 Feluche del Guardasigilli - Che cosa direste al Duce in un rapido colloquio? - I legislatori a convegno - Mussolini penalista - Incontri col Codice. f SOMMA~IO DEL SECOLO CHE SORGE Fierissimi eroi del!'« osfruzionismo parlamentare>> - Si rompono le urne della votazione - Ordine «legale)) e ordine « morale)) - Il ministero della « rogna n - Il Re che giunge dal mare e il destino d'Italia sul mare - Dalla morìa del latifondo al riscatto della terra - Corruzioni cd inchieste. t CRONACHE NERE: PROCESSI SCIOPERI E SUICIDII Il pastore· protestante travestito da carabiniere in borghese - Scàndali bancari, arresti ed esp·àtrii - Socialisti « poliziotti)) - Pozza di sangue nel ministero - La chirurgia all'esame del .Senato - ,, Nasisti )) e « Antinasisti )) - Vocativi parbmentari - Il « Qu'arto Potere"' - Eva e le urne. BALENI E Tf:NEBRE D'UNA LUNGA NOTTE . Il taciturno con 3 diffidenze - Il « santone )) irritato La Libia e I'« eccitazione particolare)) - Il Re è elettore oppur no? - Patto tra il Conte e il Cavaliere - Mussolini contro « le bestie che spèlano )>- Dai cannoni di Fi.ume all'abbandono d'Albania. I FATTI MASCHI DELLA GUERRA E LE PAROLE pag. 357 pag. 395 pag. 445 FEMINE DEL PARLAMENTO pag. 479 Di San Giuliano verseggiatore sul letto di morte - Una lettera privata di Sonnino - Le « giornate angosciose n di Salandra - Si deplora « la soluzione del prof. Mussolini )> - Pioggia di carte ·da visita nel portone di Giolitti - Il « Maggio radioso n .- Il « diritto di ridere " dell'on. Di Cesarò - Gli ottant'anni di Boselli - Orlando e « le libertà statutarie». IL TRATTATO DI VERSAGLIA NELLE PARLAMENTARI GESTAZIONI EUROPEE . I grandi ali'« abbeverato:o n - Cristiani mangiati crudi - Apòlogo dell'anguilla e della ror1dine - Lloyd George contro' la stampa ingleie - Sonnino preferisce non incon- · trare gli « alleati n - .Fiume italiana « c'est la lune>) per Clemenceau - Wilson e il colpo apoplettico. BibliotecaGinoBianco pag. 547 7
DAL COMA PARLAMENTARE AL ,, DISCORSO DEL BIVACCO» li "pipì», e il "pus» - Che cosa è dunque l'ingegno? - Soppressione d'una paràbola nel resoconto parlamentare - Steatopigia di Cagòia - li disertore " onorevole» schizzato dalla Camera - Due baci pubblici suìle guance del presidente - Duello alla pistola con spaghetti e brindisi - "Il Fascismo s1rncla la sua spada». DAL "3 GENNAIO» ALL'" ASCENSIONE» Candidati all'esame della Pentarchia - Mussolini a còlloquio con una bambina - Quel colle della plebe - Una lettera del Duce a " L'Epoca » - Sanzione dell'art. 49 dello Statuto - Scialoja e la seconda vita - I discorsi maggiormente ricordati della XXVII Legislatura. IL PARLAMENTO TOTALITARIO NELLE ATMOpag. 585 pag. 635 SFERE DELLA GUERRA pag. 673 "Quest'arrivare in quarta velocità ... >>- Anàgrafe parlamentare - Simboli nomi omonimie e arterie degli eletti - Palazzo Venezia - L'eroe ·azzurro - Le sedute del primo Decennale " sui IO preventivati e certissimi>> - Interpretazioni del concetto del)'" utile» - La guerra di "civiltà>> - Antiparlamentarismo di Mussolini e cli Hitler. BIOGRAFIA TOPOGRAFIA. E ORATORIA PARLAMENTARE lngres,o a Montecitorio - Peli e barbe - Interrogazioni e biglietti rosa - Istantànee di deputati •· I presidenti del Consiglio - " Onorevoli Colleghi ... >>- Dialoghi del Duce. NOMI DELLA " STORIA TERRIBILE >> BibliotecaGino Bianco pag. 751 pag. 808
ILLUSTRAZIONIDÈLLA << STORIATERRIBILE » Deputati caduti per la Patria e per l'Ideale Prime assemblee italiane: seduta del Parlamento siciliano nell'anno 1636 1831 : la sommossa di Romagna porta alla fatidica assemblea ,di Bologna Cesare Balbo 1848: Napoli insorge Si vota. 1848: Palermo insorge Certificato elettorale del 1848 Roma insorge . 1848: Firenze. Il Granduca• Leopoldo legge lo Statuto Torino, 3 marzo 1848. Carlo Alberto e i Ministri firmano lo · Statuto Fondamentale Il Principe Eugenio di Carignano Pellegrino Rossi cade sotto il pugnale cli Gigi Brunetti 1859: Vittqrio Emanuele II giura lo Statuto Cavour ministro delle Finanze . Dimostrazione popoìare a Palazzo Carignano . Cavour Presidente del Consiglio . IO gennaio 1859: Vittorio Enianuele II legge il discorso della Corona . Correzioni autografe cli Vittorio .Emanuele II al testo del discorso La Contessa di Castiglione nel 1859 Manifesto per esortare. il Parlamento Subalpino ad opporsi alla c~ssione cli Nizza Palazzo Macla'ma, Senato ciel Regno: scalone ed aula delle sedute . ., Palazzo Carignano: .l'aula della Camer2 dei Deputati Palazzo Carignano: parla Garibaldi Palazzo Carignano: parla Cavour B1blrotecaGinoBianco pag. 13 )) 55 )) 62 )) 63 )) 6'j )) 66 )) 67 )) 68 )) 69 )) 70 )) 73 )) 75 )) 76 )) 77 )) 79 )) 83 )) 94 )) 96 )) 97 )) ro7 )) 120 )) 132 )) 135 )) 141 )) 143 9
1861: Vittorio Emanuele II inaugura ]'VIII Legislatura, 1" del Regno d'Italia 1864: Per avvicin::irsi alla rnèta, il Parlamento s1 trasferisce a Firenze, a Palazzo Vecchio Elezioni dell'anno 1865 . 1865: Vittorio Emanuele Il inaugura la IX Legislaturn' Il Duce e il Cardinale Gasparri firmano gli Accordi Lateranensi . Pianta topografica della Città del Vaticano con le firme autografe del Duce e del Cardinale Gasparri 1876: Agostino Depretis . 1818: Umberto I giura lo Statuto Autografo cli Crispi deputato nel 1848 .Lina Barbagallo-Crispi 1887: Crispi, Capo ciel Governo Coccapieller Il ccTransatlantico » . 1&98: Cavallotti e Màcola Crispi insorge contro am1c1 e nem1et Enrico Fe.rri Dedicato a Giolitti Montecitorio, 24 novembre 1893: la tempestosa seduta delle dimissioni di Giolitti, dopo la lettura della relazione Morclini Il senatoie Tanlongo protesta contro il suo arresto in dispregio delle prerogative parlamentari Scancalo della Banca Romana: Tanlongo afferma cli aver dato al Ministero Giolitti 60.000 lir~ per. .. spese elettotari politiche ... ... nonchè altre 50.000 lire ... ... e, sempre per le elezioni, ro.ooo all'on. Grimalcli, 20.000 all'on. Lacava .... Scandalo della Banca Romana: Crispi depone, secco e reciso, in istruttoria Scandalo delb Banca Romana: Verbale della deposizione cli Gioiitti in istruttoria La questione dei deputati ... telegrafici Bissolati Gli stenografi di Montecitorio nell'anno 1908 Sonnino Giolitti. Di San Giuliano IO BibliotecaGino Bianco pag. 148 )) 151 )) 153 )) 157 )) 176 )) 184 )) 223 )) 232 )) 2 34 )) 248 )) 2 53 )) 261 )) 283 )) 287 )) 3°7 )) 366 )) 399 )) 4o5 )) 406 )) 408 )) 409 )) 4!0 )) 412 )) 4 13 )) 4 24 )) 44° )) 443 )) 446 )) 469 )) -483
Lettera di Sonnino a Lucifero Lettera di Salandra a Lucifero Montecitorio: 3 dicembre 1914 •Maggio 1915: l'entrata di Montecitorio dopo un assalto di dimostranti per l'intervento La Camera de.i Deputati il 20 maggio 1915 Montecitorio: la Camera ha votato i pieni poteri :i.I Governo Salandra . 20 maggio 191.5: Salanclra esce dal Senato 1922: Mussolini dopo il discorso cli Udine 1924: Una lettera di Mussolini a L'Epoca Si entra a Montecitorio· . Guardaportone di Montecitorio Usciere della Camera 1939: Inaugurazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni: discorso della Corona . Una seduta nella vecchia aula Comotto Il verbale della formale presa di possesso di Montecitorio (1Qluglio 1871) . Giuseppe Marcora . Aula Comotto (1871) Banchetto Marcora-Biancheri ro giugno 1941: Il Duce parla ·alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni nel primo anniversario della guerra L'Italia abbia fede ... (Discorso del Trono di Vitt. Eman. III) ib1iotecaGino Bianco pag. 490 )) 494 )) 5o3 )) 5 19 )) 521 )) 629 )) 653 )) 754 )) 755 )) 759 )) 760 )) 767 )) 768 )) 769 )) 770 )) 77 1 )) 805 )) 807
Qu..e .s h .s 01/lO , c1eeu.ta..t,· -e. ( (. o IA~ i ~ I ì U2. i lit Q < i o \A.Q l i c.1 e e CJl.tlA o ~oJ-o I Q V ì t a.. t,f0. IQ fo..t"lia.e.p02 l'IdeQle. j),o (i to. QC<..o(t, \.A.cl c.,ie(o Wel?a.vi~lio.so d~~li E è~~ , o~Oltawolì \ A Montecitorio, nel marmo vivo, sono celebrati i nomi dei deputati caduti, a cominciare da quelli del Risorgimento, eternati in una lapide per iniziativa di Ermanno Amicucci - deputato, poi consigliere nazionale e componente del Governo. La lapide, dettata da Amicucci, ricorda i deputaii morti in gue1ra, fino alla conquista dell'Impero. Altre ricordano gli altri deputati e i funzionari della Càmera immolatisi. BibliotecaGino Bianco
GIOVANNI CHIASSI (t a Bezzecca : I 866) NELLE GUERRE DELL'INDIPENDENZA: ETTORE PERRONE DI SAN. MARTINO (t a Novara: 1849) PER L'IDEALE: ANTONIO FRATTI . . (t a Domokos [Grecia]: 1897) 1b 11oteca Gino Bianco Pu;n CARLO BoGGIO (t a Lissa: 1866)
NELLA Gt ERR \ Mo;,,;m \LE: BRANDOLINO BRANDOLINI (t :i Ponte d' Arsiero: 1916) . PER L\ RIYOI l'ZIONF F.-\S('JST.•\: ARMANDO CASALINI (t 1924-II) PER LA CONQUISTA DELL'IMPERO: LUIGI RAZZA GiusEPPE R1GHETT1 ANT0N10· Loc.nELLI -BibliotecaGino Bianco
IN QUESTA GUERRA: ITALO BALBO LINO BALBO BERNARDO BARBIELLINI-AMIDEI ENRICO CAREITI 81b1otecaGino Bianco.
FORTUNATO FEDERIGI ANTONELLO CHIODI Curno PALLOTTA BibliotecaGino Bianco
PREFAZIONE STRETTAMENTE NECESSARIA / Il mio errore si chiama dall'Oglio. Enrico dalf Oglio, il coraggioso nostromo della << Corbaccio», non è solo un editore: è un editore che provoca, collabora, crea stati d'animo, violenta le placide attitudini dello scrittore, gli inòcula il tema scabroso con una fredda pazienza crudele, lo distrae dalla -nativa inclinazione verso le ri.ve sicure per farlo scivolare nel gorgo: quando lo scrittore è tutto entrato nell'argomento da lui prefisso, egli si fa da parte e attende, attende con quel bianco sorriso da giocatore di scacchi che abbia preparata, certissima, la morte del re. Senza le sue suggestioni, zo non avrei mai pensato a scrivere una storia, e ancor meno una storia del Parlamento: ma lui un giorno mi domandò, con la naturalezza romagnola che suscita l'intimità dai primi incontri, perchè non avrei séritio · una storia del Parlamento; io sussultai come se mi avesse intimato di passeggiare, nudo, per le vie della città; ma lui mi andò man mano spiegando che una storia del Parlamento non era poi complicata e mi avrebbe dato onori ,e trionfi; è così sp01itaneo dire di sì quando lampeggiano nel fondo onori e trionfi; infine rimasi con questo moscone che ronzava nel cervello, di notte mi svegliavo istericamente: la scrivo o non la scrivo?; così mi riesaminai mi interpretai mi n;arrai,mi convinsi che, non essendo sinora coagulato nella mia vita un bel torbido definitivo, potevo infilare questo peccato di superbia con l'innocenza de « la prima volta)). La scrivo; l'/io scritta: e non voglio proprio vantarmi d'una mala uzione; se ne son fatte più grosse, signori. 17 " Hib 1u eL;d Gino Bianco
L'ho scritta; dall'Oglio avrà il rimorso delle giornate nere che me ne vertanno. Perchè un libro come questo non portrr a casa amici zie: tutt'altro. · Ognuno che sia stato in Parlamento; ogni postero che abbia avuto in Parlamento il babbo lo zio o il cugino carnale; ogni salotto che si fregi del quadro d'un avo, il quale - essendo in Parlamento - è ritratto con un canarina sull'i11dice teso, secondo la fantasiosa moda dei fotografi antichi per la gente di qualità; ognuno che sia stato nella coorte d' 1w «onorevole>>, si domanderà, inarcando le sopracciglia e succhiando l'aria per scandalizzata maraviglia, come sia mai possibile una storia del Parlamento senza citare - almeno citare - quell'onorevole, quello intrecciato alt' orgoglio del casato o al ricordo amicale della stirpe. Nè varrà controdedurre che i deputati, durante le ve'lltinove legislature, siano stati 519 5: un numero non eccessivo per novant'anni di vita elettiva ( dal 1848 al 1939), che dimostra anzi la fedeltà del « corpo elettorale » - allora si diceva così -; e tuttavia un nu~ero quasi astronomico, se si dovesse di ciascuno parlare: senza dire, poi, dei senatori, ai quali non si potrebbe negare l'ingresso nella storia qualora si considerasse la « medaglie'tta » come titolo minimo e sufficiente; e i senatori, nelle ventinove legislature, sono 2241, un bel numero, anche togliendo i 18 Prìncipi della Famiglia Reale che sono oltre la mischia, ma considerando che i deputati divenuti senatori avrebbero pur sempre diritto a doppia trattazione: Pala.zzo Montecitorio e Palazzo Madama. Umanamente avverrà che i nomi omessi, o cointeressati ai nomi omessi, diranno che questa non è una storia; e sinceramente condanneranno la temeraria ambizi-one dell' autore. Io non sono dèdito alle quattro operazioni aritmetiche; tuttavia mi sono industriato a far di conti e, considerando la cifra dei 5195 deputati, aggiungendovi quella dei 2241 senatori, detraendo dal totale la somma dei nomi citati, moltiplicando la cifra residua per un numero medio comprensivo di parenti ed amici, ho stabilito che almeno 21.429 persone diranno preventivamente, solo sfogliando l'ìndice dei nomi, che questa storia è un aborto: il numero, come appresso espor'-- remo, è suscettibile di aumento. Certo dall'Oglio soggiungerà BibliotecaGino Bianco
che un volume, del quale dìcano male 21.429 persone, sia assicurato al successo editoriale: ma io « mi sono rovinato )); ho disprrso quel felice oblìo col quale il prossimo mi ha sempre accompagnato; ora, al mio nome, si dirà: «!!!ah, quello della storia del Parlamento!!! )), e calerà buia sul volto di noti e di ignoti la grinta irrimediabile della deplorazione solenne. Costoro hanno ragione; càpita sempre così. Quando Giorgio Alberto Chiurco pubblicò cinque volumi sulla storia della Rivoluzione Fascista, io ascoltai giorno per giorno un accordo di proteste: perchè non era stato messo in valore quel personaggio, perchè non si era commentato quel!' avvenimento, perchè si era dimenticato quèll' episodio; ed io annuivo ( è sempre così facile essere d'accordo ai danni altrui!): un giorno mi dissero che in quella storia di Chiurco si parlava di un mio discorso per quasi una pagina; allora la prospettiva cambiò repentinamente, senza premedita.zione; lessi i cinque volumi e... - si può dire? - e da allora penso che Chiurco abbia compiuto 1112abella fatica. Dico questo precedente, nella fiducia di mobilitare in mio favore i nomi citati; ma so già ch'è una vana speranza: molti di costoro troveranno di non essere illustrati. convenientemente; inoltre l'orgoglio di alcuni uomini politici è come la vanità delle donne, òpera sul relativo; quindi Paolina Borghese si sente oltraggiata da Canova, il quale ha detto che le spalle di lei sono fra le più belle: quel « fra >> è· un dippiù; le spalle di-Paolina debbono essere le più belle, sono le più belle. Certamente ho dimenticato di registrare in queste pagine qualche nome e qualche data; ma l'oblìo è una forza irresistibile, come il sonno e l'epilessia; bisogna essere indulgenti verso la buona fede: e stavo per dire ch'è anche una res irrimediabile, come la bancarotta e la verginità; però il libro - a differenza del registro contabile e delle integrità fisiche - si avvale delle seconde edizioni: vi è dunque un esame riparatore; tutto non è ancora perduto. Anche può darsi che astri del firmamento politico non brìllino nel mio libro: ma io non ho scritto una storia, con le pretese spaccate del bene e del male; ho scritto una storia <• terribile)), dove si cerca di calcare alcuni quadri che diano BibliotecaGino Bianco
della vita parlamentare il senso dell'alterna grandezza e decadenza; chi è stato fuori di quel quadro mi è rimasto fuori dal vetrino del!' obbiettivo, anche se in altri giorni e per altri versi sia stato al centro della ribalta. Vi sono ministri e sottosegretari attualmente in carica che io non nòmino: non li ho incontrati nel mio schema riassuntivo, e non li ho cercati, alieno da piaggeria per sentimento e per tornaconto, poi che l'adulazione è tra le giaculatorie più improduttive e, talvolta, controproducenti. Essi continU'eranno a vivere felici egualmente, non infiiggeranno certo allo storico privo di preoccupazioni la pena d'un' eccessiva anàcamera: la vita è più grande della storia, la storia più grande d'una storia «terribile». Così giustificata l'assenza di nomi gra11di e piccoli, cli uomini morti e vivi, sarà inutile grattarsi il mento - come negli attimi dei giudizi supremi - e sentenziare, senza atte- - 1zuanti: - ma che! una storia del Parlamento dove non si parli clell'on. Ca.zzamalli? II - Le attenuanti vi sono, come abbiamo dimostrato; e, comunque, anche l'on. Cazzamalli è, almeno in questa pagina, nominato. Infine, la vita procede: i gatti miàgolano tuttora, nelle notti lascive, le laceranti romanze amorose, come se nessuno abbia loro spiegato i fiagelli del mondo - guerra dura· e prepuzio ebraico -: è vero che io no11 sono di razza f elina; ma è pur vero che nemmeno l' on. Cazzamalli è una guerra, voglio dire che non ha l'importanza d'una guerra, e neppure, essendo ariano, ha motivo di vendicare una ferita circoncisa. Io me ne vado persuadendo: molte cose sono pitÌ importanti cl'una storia terribile del Parlamento. Se fossi un critico direi che questa storia sia almeno irriverente; e sbaglierei, come spesso mi avviene quando mi assegno torto, volentierosamente. lmbriani, Cava/lotti, Colajanni sono garibaldini; ma la gloria delle· armi non è necessariamenìe legata al senno po20 BibliotecaGino Bianco
litico. Può esser vero che anche la loro foruncolosi libertària abbia avuto, per quel!' epoca, una funzione fisiologica nella crescenza delle idee; ma io sono un uomo vivo del XX anno dell'Era Fascista; risalendo i secoli, non si può anda"t·ea zigzag, circonfiettendo discriminando e sequestrando. Questo è compito degli storici pur;, incontaminati e candidati al làuro delle accademie, i quali scrivono con la bilancia dell'òrafo, hanno sempre 37 gradi di temperatura e sono come le pianole mecca11iche che, a ripeter cento volte la sonata, non riescono a sbagliare u11acroma: noi, invece, si tira diritto, secondo una linea ideale che va da Cesare a Mussolini; quello che 12011 è toccato da questa segante sarà pur sommo, ma èfuori della nostra passione; veramente grande è la grandezza che ci appartiene, e non importa se il Mississìpi sia lungo quasi settemila chilometri, 11oicantiamo sul Tevere. Si troverà che alcuni, i11signi,siano trattati con una famiùarità e una sicurtà •di giudizio irrispettog. So già che Vittorio Sella, direttore del Corriere Adriatico e nepote del grande Quintino, scriverà uno dei suoi. corsi.vi znchiodati e mchioda11ti, per insegnarmi. l'amore col quale vanno avvicinati uomini come Qui.11tù10Sella. lo gli scriverò una lettera esplicativa. Preve11tivata. Ma occorre speczficare che questa è la storia scritta da uno ch'è avvocato, giornalista, padre di famiglia, lavoratore, vagabondo, dolicocèfalo, iperteso e simpaticotònico; ma non è uno storico. Lo storico deve essere - si dice -· « obbiettivo »; - deve, come Orìgene, automutilarsi e consegnare il reperto alle ghiacce dogane dell'imparzialità: genere neutro. Invece questa storia è settaria, bollente, scontrosa, parziale, attiva; con un sistema sanguigno ed ormonico non depurato; con le intemperanze di clii vive nella folla e ·non vuole estraniarsi salendo sul poggio; con amori prediletti e odii che ci spettano, cari quanto gli amori, gli uni e gli altri essendo ossigeno alla vita che combatte: il Littorio a destra; tutto il rimanente è mondo, vulgus. Cosìsi è risposto all'altro censore immancabile, il quale troverà blasfemo e caotico questo insaccare gli uomini prefa- · scisti entro la stessa ridotta, ignaro che tessere la storia col panegirico è assai_più facile che stesserla dialetticamente; è 21 BibliotecaGino Bianco
assai più -facile << andare co11 >> che « andare contro >>: l' applauso non ha mai dato dispiaceri; è quando si collocano fra le labbra le tre dita medie per fischiare che ti può calare sulla collottola la mano del gendarme. Nè questa è una visione collerosa della vita: è invece il senso del moto e del presente, nel quale è vibrata quest'età mussoliniana; il senso dell'errore vivo ( sia pure) che prevale sulla virtù morta, del cantiere che prevale sul rùdero, dell'opera che prevale sulla strofe: un senso che parla antico nella mia gente di Calabria, la quale, 11el collegio di Catanzaro, contro il nome di Giosuè Carducci, presentato dalle « libere democrazie.))' affermò i propri voti sul nome di un colonnello garibaldino, Achille Fazzari: 10.000 voti al guerriero e 200 al poeta; e l'episodio ha il suo significato, tanto che Mussolini l~ ricorda in- uno dei discorsi essenziali, quello per la Conciliazione, alla Camera dei Deputati, il 14 maggio dell'anno VII. Questi prodi uomini del passato hanno una grandezza che sfonda il lor. tempo e fa luce; ma, anche nella sua tessera d'identità, è del tutto diversa da quella che oggi affina il nostro tempo difficile: è reumatica, tossicolante, imbacuccata, rosa da podagra chiragra omagra gonagra ischiagra olenagra rachisagra e totagra: a cinquant'anni è vecchia, con ciocche spioventi scialli di lana e testamenti olografi. Pure questa semeiòtica ha la sua importan:za per il nostro gusto di uomini abituati al Capo che scende dalla carlinga. Mussolini, per primo, porta a spasso la grandezza dello statista mettendola a cavallo, nel galoppatoio; il 5 dicembre '24, poi che perdura la nozione di gloria politica tra .magliette felpate e magnesia- bisurata, egli ironizza, in un discorso al Senato: « Se veramente il fatto che io monto a cavallo deve costituire un pericolo per la Patria, non lo farò più >>. Una pausa, come di pentimento per la concessione improvvisa; poi la subordinata: « Oppure cambierò cavalcatura>>. , In una storia umana delle vicende parlamentari non può essere trascurato questo esame clìnico e spirituale dà protagonisti: Leopardi non si può intendere senza il morbo di Pott, nè Balzac senza la carta bollata dei creditori. Non ,i può dire che la politica sia fatta dalle ghiandole interstiziali;. Biblioteca 2Gmo Bianco
ma nemmeno si può escludere che quei sessanta trilioni di cellule di cui è composto il corpo umano non abbiano sulla politica influenza veruna. Perciò questa storia vede talvolta i personaggi in funzione del loro umore endocrìnico; e - in coscienza - non fa male. Ma, allora, si dirà che qui si trova l'uomo secondo l'ipofisi e il fatto secondo il settarismo. Chi voglia sapere che cosa avvenne, obbiettivamente, il dato giorno di quel dato anno nella seduta di Montecitorio .... Ecco: una volta a Goldoni, che aveva iniziato a fare l'avvocato col pensiero rivolto alle scene, un cliente espose lungamente un caso di complicata eredità; l'avv. Goldoni, distratto, consigliò alla fine: « ... qui, vedete, occorrerebbe un avvocato ». A chi voglia sapere che cosa avvenne in quel dato giorno di quel dato anno nella seduta di Montecitorio, questa mia storia del Parlamento dà un onesto consiglio: consultare una storia del Parlamento. È detto: e qual piacere può esservi - Dio mio! _: a stroncare un libro che ( vedete bene) si stronca da solo? La verità è che questa storia è fatta a piacer mio; e - si vedrà - ho anche io i miei momenti di malumore. Esempio. In una storia del Parlamento non è obbligatorio un capitolo dedicato al duello: tuttavia il duello è nel Parlamento prefascista, è un'allegoria di fieri cavalieri; e lo descrivo, in assai vivo diletto, il diletto col quale si _assiste a un vecchio film, in dove Pina Menichelli dica all'amato, stirandosi i fianchi di pantera, « oltre la vita e oltre la mort,e ». Oggi nessuna donna dice, col ·sottintes_osessuale, « oltre la vita e oltre la morte»,: però non si può negare che anche quel grido affocato della bellissima Pina sia una particella del documentario. Di qu~ste digressioni la mia storia non è avara; è una storia sparsa come un getto d'acqua, s'intinge il dito nelle gòcciolè e si disegnano dei ghirigori, eppur nei ghirigori c'è l'acqua; si vuol dire che anche le digressioni portano il riverbero di quelle corrusche atmosfere nelle quali si agitaBib1otecaGinoBianco 23
vano gli uomini amari del girone politico che sta tra la fine del Risorgimento e il discorso del Tre Gennaio. Il Tre Gennaio 192 5 poirebbe finire la storia « terribile )), perchè, dopo, nulla è più di « terribile )); il pensiero · è immune di sudiceria, non c'è lo sguardo notturno. delle scalate al potere, non si rastrellano i cocci della propria vita per ricomporli a statuetta di capopopolo: è un grande errore credere nel male dell'umana natura; gli uomini guariscono, c'è un pneumotorace anche per i bacilli dello spirito. Tuttavia la storia finisce il 1939, perchè sino il 1939 dura il Parlamento nelle sue forme tradizionali: dura il protagonista, ch'è ,appunto l'« onorevole)). Nella nostra st01::ia, usiamo storicisticamente l'appellativo di « onorevole )), commisto al tempo e alle persone del tempo: Giolitti sarebbe sfigurato se non fosse « l'onorevole Giolitti)). *** Bene. Ma potrebbe anche darsi che questa mia storia passasse del tutto inosservata. E come no! non una volta sola - torto della mia fantasia - le cose mi si sono svolte in un modo diverso da quello che avevo immaginato. Accade. Questo, tirate le somme, sarebbe un brutto affare nei riguardi dell'editore. No; per dall'Oglio, così signore che a dargli un dispiacere il core trema, io spero che si vorrà dire male, molto male di questa storia << terribile )). Fidare nell'altrui bontà è agevole; il difficile sta qui: fidare nell'altrui rigore. Esaudìsci, ·o Signore, la nostra preghiera! TITTA MADÌA BibliotecaGino Bianco
« PRINCIPIUM ET FINIS P ARLIAMENTI >> L'ISTITUZIONE PER « BATTER 'MONETA» - I DEPUTA TI ALLA RICERCA DELLA POLVERE - LE FETTUCCE ROSSE DEL GUARDAROBA - IL POPOLO DEL PARLAMENTO - L'JNGHIL TERRA F. IL CONTINENTE Il parlamento, sino al tempo del.la Rivoluzione Fascista, si scriveva col P maiuscolo, talvolta in lettere tutte solenni: PARLAMENTO, per intenderci. Nelle ore gravi della res publica, l'uomo europeo e meditativo guardava la terra, scorato, e, ammucchiando la sabbia con la punta della scarpa,_ pensava che solo dal Parlamento potessero venire salvezza e sicurezza. << Chi ha fede i:n Dio può accendere la stufa con la neve >> - dice un proverbio russo - ; il Parlamento era Iddio, ma i popoli non hanno mai acceso la stufa con la neve, è sempre occorsa la legna. Il diritto costituzionale insegnava che il Parlamento fos- . se l'organo supremo traverso il quale il popolo partecipava col Re al potere statale; quindi pure il popolo si chiamava << popolo sovrano >> e il Parlamento « organo rappresentativo H. Questo si insegnava ancor prima del « suffragio universale H, sin dal tempo antico in cui, essendo il diritto di voto legato ad alcune condizioni di gerarchie o di censo, nemmeno i maestri elementari. erano elettori, e Garibaldi veniva eletto· a Cicagna con I 8 voti, Cabella a Lanusei con 16, e financo con soli 6 voti, a Torriglia, il conte di San Martino della Torre. - . Il « suffragio universale >> è storia contemporanea; gmnBibliotecaGino Biànco
Bibhot ge col dopoguerra· càrsico, all'epoca della rivendicazione sociale e della tubercolosi miliare, giunge con le e< guardie regie» le donne fatali e i cocainòmani che si proclamano gli ultimi romantici: il combattente, tornando da!.la trincea, trova il cc pacco vestiario ii la disoccupazione permanente e il diritto di porre la scheda nell'urna; quindi si rimane sicuri che anche l'analfabeta sia interpellato circa l'indirizzo uni_versitario o i rapporti con la Cina: eguaglianza omnium CIV!Um. Una così libera istituzione è nata -in Inghilterra, la quale avrà sempre il diritto di custodire il vanto della primogenitura. In Francia - è vero - già esiste il nome di Parlamento, ma con un contenuto del tutto diverso: vi si designano le Corti di Giustizia, a cominciare da quella di Parigi che gode del privilegio di registrare gli editti del Re. Invece, già sin dal secolo XV, il Padamento comprende in Inghilterra le due Camere, dei Lord e dei Comuni; quando, nel 1790, finiscono di morte violenta le Corti di Giustizia francesi, il nome rimane anche in Francia· col significato politico e attuale. Ma non è privo d'interesse notare come questa istituzione, che l'ignoranza delle tribù parlamentari ha ritenuto quale un'essenziale conquista del popolo, sia invece nata per volontà e tornaconto dei re: dei re inglesi. Il re, in Inghilterra, quando aveva bisogno di danaro, convocava i baroni, esponeva i bisogni dello Stato, e apriva la sottoscri~ione. Avvenne che in un dato giorno il re si accorse come il ricco, il quale non discendesse da ormoni baronali, sfuggisse alla colletta; allora dispose che anche i ricchi partecipassero alla riunione, solo che, essendo il numero in aumento, fu necessario che i ricchi eleggessero a parteciparvi alcuni rappresentanti: quel giorno nacquero le due Camere, una di nomina regia, l'altra elettiva. Le prime assemblee - dirà Cesare Balbo, con grassa irriverenza - sorsero come « mac_chineper batter moneta ii. Sorsero per foraggiare i re d'Inghilterra. 10 Bianco
'. *** - Nella ruota della storia, ogni civiltà europea ha un giorno, or breve or lungo, nel quale dice una parola universale; è la cicuta di Socrate o la croce dei Templari o la ghigliottina della Convenzione, è il pensiero o la fede o la spada, che sono aspetti della stessa cima ed hanno comune la çulla: è significativo il fatto che Pericle innalzi il Partenone in onore della sapienza, di Minerva, e che poi i Bizantini ne facciano una chiesa e i Turchi una fortezza. Ma la civiltà inglese, innalzata sulla gloria parlamentare, non ha mai un senso che vàlichi le rive del suo mare: non al.le origini, non con i suoi re francesi, non nelle epoche feudali, non nei privilegi delle sètte, non .nelle assemblee democratiche; permane, crudele e infecondo, il Parlamento come simulata guarentigia del popolo, ma in sostanza come fedele strumento delle oligarchie. · All'Inghilterra, per un'interpretazione generale della missione storica, fa sempre difetto l'assimilazione di Roma, senza la quale è impossibile rivolgersi al tempo e a.Jlo spazio. Quella formula di Bolingbroke, per cui « l'Inglese è vicino, ma non parte del continente ll, è talvolta la felicità della cronaca, ma anche, in definitiva, la condanna della storia. L'Inghilterra s'avvicina quattro volte al n1ondo latino; nessuna delle volte riesce ad intenderlo: non nei quattro secoli della dominazione r_omana, le cui vestigia sono disperse dalle ferocie degli Angli luti e Sassoni; non negli splendori del Cristianesimo, che l'isola ferisce traverso le contaminazioni _egli scismi; non nelle invasioni normanne, che si acclìmano diverse e scerpate, nel sole del Mezzogiorno d'Italia e nelle fredde brume del mare clel Nord; non nella guerra del '15-18, quando il gallese, rinchiuso nel sangue di barbara discendenza cèltica, nega a Roma i diritti della vittoria. Ne cbnsegue ~na c~udeltà di simboh di espressioni d_i richiami, agevolati dall'esteriore legalitarismo parlamentare, tutti privi di quell 'humanitas ch'è alimentata dalla poesia dei popoli e la alimenta, un susseguirsi di episodi senza fantasia e \ ~ib!ioteca Gino Bianco
senza pietà, senza odore umano, senza g101a, senza malinconia, o beffardamente tristi o predacemente gaudiosi, mancanti di quel ritmo armonico nel quale si ritrova il proprio Dio e il proprio io. Fuor dalla polemica, storicisticamente, si può affermare che l'Inghilterra finisce, semplicemente perchè il suo spirito è ammo!bato dal lezzo della vecchiaia: contro i popoli giovani, essa si accampa nel diritto del tempo, d'un tempo è:J1enon ha creato i prodigi nè ha rinnovato le generazioni; le generazioni sono rimaste immobili, sostituendo nell'inno di Sparta la rapina all'eroismo: « noi siamo ciò che voi foste; noi saremo ciò che voi siete >'. La vecchiaia del popolo inglese ~i manifesta nel costante e testardo attaccamento a un'istituzione superata dai tempi. Il Parlamento è finito. Decadono le generazioni c·he ereditariamente, da padre in figlio, vi si son9 coccolate. (È interessante notare - in · una statisfrca di Giulio Giaccheri - che, quando, caduto Chamberlain, succede alla carica di Premier l'attuale Churchill, ben cinquantatre deputati lu.nno il padre o il fratello rnilla Camera dei Lord; e Lord Astor siede alla Camera Alta mentre la moglie un figlio il genero e un fratello sono ai Comuni; e sono deputati tutti e tre .i figli del visconte Winborne; e sono deputati Lloyd George il figlio la figlia e il genero; e, infine, dei quattrocentoquindici deputati conservatori, centoquarantacinque sono stretti da vincoli di parenteila). . Questa decrepitezza agonizza, senza morire, nelle tradizioni, nelle usanze, fin nella nomenclatura: permangono la parola il gesto e la leggenda di Elisabetta, nel mito e nella pratica, nel grande e nd quotidiano, nei nomi persino; si è notato che pur gli alberghi, nel secolo di Marconi, si chiàmano Al cambio della Posta, Alle armi della Regina, La _ Stella e la Giarrettiera, Il porco e lo zùfolo, altre voci altri simboli altre insegn~ che vivono perchè la consuetudine non ·dà ad essi la forza di morire. Fascjata dal mare, sfuggente al controllo· e alle revisioni della vita continentale, rinchiusa nel grasso delle riserve, l'Inghilterra ha vissuto tra le parodie d'un passato, divorando la sua anima, intasandola tra le ragne degli evi defunti, Bib f teca GinoBianco
legandola alle formule rese incongrue da.Ue.età novelle, ripetendo l'arrembare dei padri pirati, anche se i figli - divenuti gentlemen - più non passassero il dito entro il giro della collòttola per raccogliere il sudore della mala fatica corsara e schizzarlo sui porti dell'abbordaggio. Se è vero che l'anima d'un popolo si dilati nei riti, in cui si ritrova il principio e l'essenza delle idee, l'Inghilterra dimostra la sua incapacità a perp~tuarsi, a mettersi nel guado del tempo, a ritrovare nella giovi~ezza il rifornimento dello spirito è il rinnovamento del pensiero. Gli emblemi sono in cancrena; il Parlamento, ntenuto come la trachea dell'organismo pubblico, non ha più parole vitali. Si vive di memorie. Quando s'incorona il Re, al momento in mi il Re varca la soglia della chiesa, le scolaresche acclamano il sovrano in -latino: ma non è l'amore dell'idioma imperiale che sopravvive, è invece l'intempestività d'un privilegio, poichè l'auspicio latino è solamente e rigorosamente concesso agli alunni di Westminster; gli altri non possono acclaniare che nella profana lingua del yes. Quando si apre la sessione parlamentare, una pattuglia di deputati, seguìta dalle guardie in uniforme arcaica (« Yeomen of the King's Bodygnard ))), perlustra i sotterranei della Camera per vedere ... che cosa? Avvenne che, nel 1605, un riformatore, coscienzioso e· purtroppo fallito, Guy Fawkes, tentò di far saltare il parlamento collocando nei sotterranei varì barili di polvere. Il generoso progetto dell'incendiario fu sventato,• e Fawkes pagò con la morte il suo miraggio di redenzione; ma dal 1605, all'inizio di ogni sessione, i deputati vanno ad accertarsi che lo spirito di Guy Fawkes non abbia fatto una spedizione punitiva, a base pìrièa, dall'altro mondo; essi non trovano i terribili barili, essi sanno già che non li trov.eranno, ma continuano a perlustrare perchè così hanno fatto i · predecessori; la vita è ferma. Di queste cerimonie, senza costrutto· nè espressione, è ricco il vo.lume di .un francese, che, pur francese, non sente meno il tanfo delle cose- morte ·e ritorna a precipizio dall'Inghilterra turandosi .le narici: poi scrive un volume, con 81bf1otecaGino Bianco
politesse sospetta, un poco malinconica, forse - io credo - per avere osservato che sul volto dell'inglese permanga l'arabesco dei filamenti sanguigni _e pùlsino violentemente le arterie temporali; arteriosclerosi galoppante, prossimo coma. Anche Cronin, un irlandese, vi informa, lui stesso alquanto scandalizzato, della micidiale polvere sui protocolli politici inglesi: nel guardaroba della Camera (la cosiddetta cloak-room) da alcuni att:iccapanni sventolano stranamente mazzetti di fettucce rosse: sventolano sin dal tempo in cui i deputati nobili cingevano la spada e l'appendevano con la fettuccia rossa prima d'entrare nella sala delle adunanze: ma non si logorano le fettucce? certo si logorano, però è prescritto di sostituirle volta a volta; l'impero deve ognora ricordare che alcuni dei padri cingevano spada, fettucçia rossa con spada. Terra dei privilegi, duri a morire: non si muore mai, in Inghilterra, da Elisabetta in poi; le cose non si avvicendano, tutte serbate all'abisso finale e totale. Ecco il privilegio d'un reggimento dell'armata, esso consiste in una bella comodità, sòffice, in quella che gli ufficiali hanno il diritto dì brindare al Re stando seduti, proprio seduti pur nelle poltrone. Avvenne che alcuni a·lti ufficiali francesi fossero, pochi anni or sono, ricevuti a Londra dal reggimento privilegiato, a banchetto; e si sa che in tali simposi usa brindar~ alla prosperità delle case regnanti. Gli ufficiali inglesi dovevano brindare seduti al loro re, sappiamo perchè: ma potevano brindare al presidente della repubblica amica senza scattare sull'attenti? questo non era contemplato dalla carta costitutiva del privilegio: e d'altra parte - siamo giusti -'- potevano smarrire l'orgoglio del sedere, custodito nei tempi qual simbolo di nobiltà? Il caso preoccupò l'alta politica, che trovò una soluzione sfociando nell'ipocrisia, al solito: gli ufficiali inglesi - ci éonfida Maurois - brindarono al loro re, seduti, e il banchetto si sciolse; tutti passarono poi nel salone contiguo dove, trovandosi in piedi, somministrarono al presidente della repubblica la parte di brindisi omessa al levar delle mense: così fu salvo il principio nel sedere e la cortesia nel... - ci siamo intesi. BibliotecaGinoBianco
Tra chimere come queste, tra - per dirla dannunzianamentè - incarnazioni animazioni congiunzioni contaminazioni e allucinazioni che imbèstiano rimodellan<;lo, vige l'antica regola inglese: « Nolumus leges Angliae mutari ». Direte: è l'imperio della lex latina? ohi nò ! la lex latina è eterna nei suoi presupposti umani, ma gli indìgeni trucidarono gli assertori della cultura di Roma, dopo che i romani lasciarono l'isola; è invece la tirannia d~l je:ri deUo « statu quo >> del precostituito, il terrore del nuovo ch'è sempre folto di revìndich~, l'assenza di fantasia che fa viver d'usufrutto sulla fatica degli avi; è insomma la pavida filosofia che mette sulle labbra di Balfour la sentenza del riposo sciagurato: cc io preferisco una sciocchezza eh' è stata sempre fatta a una saggezza che non è mai stata fatta ». Con tali plagi petroliniani, scambiati in buona fede per gocce di sapienza, Balfour conquistò la fama di uomo intelligente: cc He his clever », dicevano gli inglesi, e andavano a letto tranquilli, inconsapevoli del vorace tarlo che trapanava le impalcature dell'impero. Ora la legge, nel senso romano, è un'altra çosa che la legalità, è il diritto; i Romani non una volta sola uccisero la legalità per far vivere il diritto: le rivoluzioni non sono legali, nel loro atto di nascita; ma, quelle che dùrano, si sforzano di instaurare la giustizia:_ la giustizia è eterna, le leggi caduche. L'Inghilterra invece crede che la legge del Parlamento sia la giustizia dei popoli; invia i pirati per ogni parte del mondo, assoggetta le genti con lo sta.ffile, stèrmina a martellate l'irredentismo; poi cònvoca il Parlamento e scrive l'editto: l'editto parlamentare è la legge e la legge è la giustizia. Divina giustizia: tanto che, dopo avere spogliato i popoli, l'Inghilterra spiega che il novus ardo è una volontà di Dio, e che essa ha la missione di salvaguardare in terra il disegno dei cieli; quindi lord Curzon può in tutta innocenza dedicare il suo libro « a quelli che, come me, credono che l'Impero Britannico, è, dopo la Provvidenza, la più grande forza del mondo diretta al bene dell'umanità », perciò il libro è dedicato a tutta l'Inghilterra e alla sola Inghilterra. Qui è il punctum saliens del rispetto inglese alla legge BrbliotecaGino Bianco
del Parlamento, in q1,1estapermanente difesa di colui che prima ha arraffato e poi codificato; ed è un rispetto parossìstico che ha aperto talvolta il comico gigantesco della storia, come quando Enrico VIII, per cancel_laredal nòvero dei santi il nome di San Tommaso di Canterbury - reo di ribellione contro il sovrano - ordinò al suo Attorney Generai di spiccare una citazione a Tommaso per usurpazione di titolo: e fu invero emessa una implacabile citazione - una citazione nera come la pece, direbbe Verga - e fu celebrato il processo, e il re, per essere veramente imparziale, nominò un avvocato difensore del Santo, a proprie spese: farse del genere respirano alla culla deHa grandezza inglese, perchè Eprico VIII lascia al mondo l'esempio di alcuni uxoricidi e b figlia Elisabetta, che sarà la Regina Vergine e l'affondatrice deH'lnve:ncible Armada di Fi,li-ppoII. Questa è la sovrana che sùscita e alleva nella sua patria l'amore delle anni e delle arti e anche del mare, poi che la scoperta dell'America rende attuali le basi britanniche per la pirateria dell'oceano facendo rivivere nei ma:.inai inglesi il senso avventuroso dei padri scandìnavi. Con un'aggiunta: che l'avventura e la ruberia -sono ritenute una volontà divina, un servire il cielo in terra, una missione del popolo prediletto. Il popolo del Parlamento. Senza considerare quest'orientamento interiore, non è possibi,le valutare le reazioni inglesi: quando l'Inghilterra intende battersi fino all'ultimo greco, quando invita i popoli a macellarsi per la sua sicurezza, quando alza lo staffile contro le genti soggette, essa è in uno stato di candore più che nella riserva d'un espediente: agisce secondo il suo diritto e la sua gerarchia, secondo la necessità dei supremi disegni, secondo il privilegio della sua sola veggenza in mezzo alle tenebre altrui. Il grosso Churchill, negriero d'Orano, che trova inaudito come Leopoldo e Pétain non conducano alla strage l'ultimo belga e l'ultimo francese per la sicurezza dell'Inghilterra, è nella stessa scandalizzata sincerità del lord il cui valletto si rifiuti di sprangare a sera le finestre per il tranquillo sonno dei suoi signori. Nè a dire che tale coscienza di. divina investitura sia una conv1nz1one reticente: essa è proclamata èome una verità BibliotecaGino Bianco
tangibile; anzi, per evitare il pericolo di dimenticarsela, l'Inghilterra ne ha fatto il proprio inno, proprio l'Inno Naziona.:e, in dove si raccomandano al castioo di Dio i K.navish b . triks di tutte le altre nazioni, pel caso l'inglese, in terra, non trovi il tempo e il modo di convenientemente punirli: Dio e l'Inghilterra, _una ditta dalla ragion sociale evidente. Quest'assoluta convinzione di società col divino, in pé1.riazioni, sorge nell'inglese col protestantesimo, e sembra strano; ma, in un volume su L'Inghilterra e il Continente, Carlo Scarfoglio ha offerto tale sovrabbondante documentazione che non è più lecito dubitare dell'origine di questa « selfrigh_teousness ». Il Parlamento ha rafforzato quest'abito spirituale, avendo imposto come dogma la credenza che vi accedessero i migliori e so:o i migliori, e che in esso il popolo trovasse la tutela e la garanzia. Armato di tale assioma l'inglese è stato felice, poichè talvolta è purtroppo vera la diagnosi balzachiana, per la quale ogni gioia nasce dall'ignoranza. L'inglese ha ignorato i ~sottili tormenti dell'io intimo, le ansietà sentimentali, i valori dello spirito: dal grande regno del Re Sole aveva appreso una formula: « l'argent fait la guerre», e l'aveva completata: la ghinea fa la guerra e la ghinea fa la pace; la sterlina ha sempre ragione. Ma in fondo alla stirpe· del Re Sole ~ta la ghigliottina, e in fondo alla storia dell'Inghilterra sta - vedete bene - la bancarotta: ultrafraudolenta. L'Inghilterra, non creden_do alle ragioni dello spirito, non poteva temerne le rivolte. Qua"ndo, per vent'anni, da Roma si gridava che le armi non contano e la ricchezza non giova se o'.i animi non si temprino all'àudacia delle idee, John Bull credeva che parlasse la rettorica : una rettorica che ha fatto un'Italia nuova, e ancora John Bull non credeva; non credeva che Iddio potesse scindere il suo destino dal_destino inglese, il quale poggiava pùr sempre sulla siderurg!a degli « howlands »; si ammantava -nel cotone del La:ncash1re, ndla lana di Bradford, nella seta di Manchester; si riscaldava col ca;bone del Galles; e si alimentava dei biscotti di Carlisle dei formaogi di Banbury e dei prosciutti di York: l'italiano, invece, ~angia va le cipolle· della Sila e il tedesco aveva 33 a Gino Bianco
il boccone tesserato; nulla da temere; l'equità di Dio aveva ordinato le cose secondo regola, fornendo le botti di gin all'inglese e l'acqua di fonte agli altri, justitia fiat. Viva il Parlarne·nto ! Con la potenza del danaro l'inglese credeva d,i avere stabilmente raggiunto la potenza dei mari: egli, credente nelle sole verità stazzate e massicce, non poteva aver dubbi che al tonnellaggio non spettasse l'ultima parola della battaglia, il fuoco per i combattimenti e il blocco per i vecchi le donne i fanciulli: la fede grande era più nella farne altrui che nello sforzo proprio. Ma il sottomarino è la vendetta del coraggio contro la,sazietà, dell'ardire umano contro la forza meccanica, della posta « uomo >> contro il peso del ferro. · C'è un nome che dà il rintocco funebre alla giovialità inglese: Dunkerque, porto di Francia. La Francia, contro la potente flotta alleata anglo-olandese, vi si difende spartanamente con la guerra di corsa (epoca lontana: non era stato ancora notturnarnente concepito Blurn, il giudeo); la Germania, il maggio 1915, vi bombarda le fortificazioni portuali da Dixrnude, 38 chilometri; la Germania, al 1940, vi mette in fuga le navi britanniche; e non si vuol proprio dire che si sia attinto il fastigio della fuga con cotesti marinai che volgon le terga al nemico, se ne son viste più grosse, chè la fuga dei soldati inglesi traverso la Manica è poi stata così celere da essere ufficialmente premiata dal ponderato Governo di Sua Maestà britannica. Quindi avviene che Italia e Germania abbiano la responsabilità di avere sovvertito le sacre tradizioni del gioco britannico, scindendo l'Inghilterra da Dio e rivoluzionando l'ordine parlamentare. E come rnai? L'Inghilterra è scesa in guerra con la nota sua formula : lotta contro l'egemonia, stavolta l'egemonia dei paesi totalitari. Aveva fatto così con Na;poleone, e tutto si era svolto secondo il divino disegno: in verità Napoleone -- oltre gli errori scusabili per l'incalzare delle vicende - voleva assegnare all'Europa un'ambizione eroica, e non un mediocre servaggio, tanto vero che l'Europa stessa ha finito col detronizzare quei medesimi governi che 34 Biblioteca Gino Bianco
Napoleone aveva già rovesciato e che l'Inghilterra,. lui vinto, aveva novellamente istaurato. Ma Napoleone fu sconfitto: da chi? dalle Potenze continentali; non dall'Inghilterra:· era già sconfitto prima di Waterloo, e anche a Waterloo erano truppe continentali al1'ordine casuale d'un generale britannico; vi era Blucher con ottantamila p-tussiani, non bisogna dimenticarlo. L'In.ghilterra trovò, al solito, il pretesto dell'egemonia continentale per combattere il genio di Aiaccio che turbava i suoi progetti di pirateria; combattè, al solito, coi soldati degli altri paesi; usurpò, al solito, la vittoria delle truppe continentali, alla quale aveva partecipato, in un'armata di cerltosessantamila uomini, con lo stentato invìo di soli ventimila soldati: al solito. Così· l'Inghilterra riusciva ad abbattere cotesto grande Italiano, Napoleone, che, avviato a Sant'Elena, scriveva la commossa lettera dove troneggia l'errore di grammatica francese, quasi ad attestare sino all'estremo viaggio atlantico che il suo sangue italico non lo aveva fatto mai sicuro padrone della lingua straniera. Scomparso Napoleone, l'Inghilterra non ebbe più bisogno che il Continente si svenasse per i suoi progetti; e chiuse ad esso le porte. Ricordate le parole di Canning: « Each nation for itself and God for es all ))' ogni nazione per sè e Dio per tutti. · Ora è evidente che, nel 1940 (anno XVIII dell'Era Fascista), l'Inghilterra aveva il prontuario per la guerra contro l'Italia e la Germania. Ma il prontuario cade quando il processo storico si evolve: il Parlamento non aiuta. E questa è la storia del paese dove il Parlamento nacque e prosperò, libera istit1,1zione- come si dice - traverso la quale trovarono passaporto· l'iniquità dei regnanti e l'avidità del popolo. 35 Bibliote~aGino Bianco
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