Giovanni Francesco Avesani - La pace di Villafranca

' . ·~ J l · / ' -n ~ 1 1'J r l!~#, . t;.f ./ . (l ~{ :14 l~ LA .PACE 1 . DI VILLAFRANCA l ' l DI G. F. AVE SANI TORINO TlP. SCOLASTICA DI SEBASTIANO FRANCO E FiGLI E COMP. 1859.

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- ( 4)- deplorava (§ I, pag. 11) che il Governo Inglese ne11848 non avesse « usata la sua grande e le- « gittima autorità per impedire il rifiuto a Mi- « lano della proposizione fatta dall'Austria a cr Londra, cioè: indipendenza per la I.~ombardia, (( e un Governo separato per la Venezia, colla <t sola riserva della sua suzeraineté ,,. Quell'Opuscolo faceva onore alla Prussia del progetto che oggi si trova puntualmente seguito da Napoleone coll'arrestarsi al Mincio. «Alcuni << ufficiali tedeschi affermavano che la linea « del Mincio era al punto di vista strategico . <t necessaria alla Germania, ed avevano accre- << _ditata l'opinione che in ogni caso l'Austria « doveva conservare come un rifugio neces- « sario il territorio coq1preso fra quel fiume e << l'Adriatico. La Prussia aveva accettato quel « punto di partenza per proporre alla Dieta « di Francoforte nel 1848 una specie di tran· tt sazione, che mostrava almeno la sua sim- « patia per la Causa Italiana, e nello stesso <t ten1po la sua cura degl'interessi germanici. .« Secondo quel progetto , del quale fu rela- « tore Radowitz, l'Austria doveva conservare

- ( 5) - « la linea del Mincio come punto strategico; « 1na il territorio, che restava con1preso nei (( limiti dell' lrnpero austriaco, doveva far parte « di una çonfederazione Italiana. Quel pro- « getto fu rigettato dalla Dieta, in cui domi- « nava la influenza di Vienna (§ III, pag. 18). Questa specie di transazione, di cui il pacifiço Opuscolo sembrava contentarsi, e ·che oggi vediamo così appuntino eseguita, parve non piacere più a Napoleone una volta pigliate le armi. Il suo proclama annunciò il suo- convincimento, che- quella, come ogni altra transazione, era impossibile, e che non rimaneva più che l'alternativa o dell' intiero o del nessun dominio dell'Austria in Italia . · l La necessità di quell'alternativa, non confessata apertatnente dal pacifìco libro, è provata però dalle seguenti ·sue riflessioni. L'Austria·rifiutò il progetto inviato da Parigi a Vienna in giugno 1857 sulle riforme da introdursi nel Governo Pontifieio, facendo un controprogetto tale , che < era meglio non far l « nulla, piuttosto che unirsi all'Austria per « dar dei colpi nel vuoto, ed ingannare la *

, ... -(o)- (t aspettazione delle popolazioni con simulacri << di riforn1a (§ II, pag. 39). Facendo quel rifiuto (( l'Austria ha obbe- (( dito ad un sentimento politico. Non potendo « fare riforme nelle sue provincie italiane, « essa non poteva ]asciarne fare nelle altre << provincie d'Italia (i vi). Domandare all' Au <( stria di applicare alla Lombardia un re- <( gime più d o l c e e p i Ll liberal e sarebbe << proporle un suicidio (ivi pag. 40). Ella è « condannata ad opporre una resistenza in- (( flessibile ad ogni innovazione. L' immobi- <( lità è la condizione assoluta della sua po- . . et tenza. Il suo concorso è dunque impossi- « bile ad attenersi ; e senza lei non si farà c< nulla a Roma, a Napoli, nei Ducati, dapper- « tutto dove si teme la sua potenza, dove si << segue il suo impulso (ivi). (( Conviene ·pur ·eonfessare che la natura << fece molto per proteggere il dominio au- (( striaco in Italia; e tutto ciò che la natura << ha fatto, fa vieppiù fortificato e aumentato « dalla mano degli uomini. Tutti questi fiumi, « Tici ao, P o, Adda, Mincio, Adige, Brenta,

- ( 7 ) -- · « Piave, l.~ive~za, _ Tagliamento offrono linee di <t difesa amrnirabili all'Austria, la quale ne « coprì i punti principali con Fortezze chè l'arte <( ha rese quasi itnprendibili (§ IX, -, p. 43). <( Supponiatno ·perfino che per un concorso (( di circostanze straordinarie un'armata ita~ ( << liana sia ·giunta trionfante fino all'Adige, J ~ « ~ cl)e. l'insurrezione a}?bia guadagnato tutto < ii paese piano. Supponi~tno altr.esì, lacchè <( è poco probabile , che piazze forti, ~ome << sono Pavia, Piacenza, Ferrara; Pizzigh.et- ( tone, Peschiera , Mantova, Legnago, Vene- << zia, Os-npo, Palmanuova_, siano cadute in << mano del vincitore. Ebbene, la partita non << ,sarehbe ancora per~ uta pe__r l'Austria; perchè, . << se l'Italia è .il suo campo di battaglia, il · (( Tirolo e le .Alpi della Carinzia sono le sue <t: vere piazze d'armi, _di cui Verona cqlle sue {( immense fortifìca~ioni e il suo campo trin- (( cerato, che può contenere 50,000 uomini, è ( l'opera avanzata (i vi) . -,_ ~ . ' . ,· ( « Supponendo adunque l'Austria rinculata , (~ ~Ile Alpi; eli_a può lasciare impunemente .(( tutta l' artnata italiana gioire del suo trionfo l .

- ( 8) - « momentaneo, e poi colle sue strade di ferro, « che vanno da Verona a Trieste e da Vienna (( ad Inspruck, ella raduna facilmente nuove (( arn1ate, e per le nuove strade ch'ella ha « tracciate, e che sboccano su Ile Al p i sia per « Bassano, sia per Vicenza, sia per Verona, (( sia pel Lago d'Iseo, sia pel Lago di Como, t< ella può piotnbare all' in1provviso sui fìanchi << e sul di dietro del nemico, troncargli tutte « le .comunicazioni, e rigettarlo in un batter ((' d'occhio fino al di là del P o, ripetendo << co~ì la manovra vittoriosa del maresciallo (( Radetzky nel 1848 (ivi pag. 44). Ora, io dico (e meglio di me lo aveva pensato Napoleone ponendo la famosa alternativa), questo colpo i1nprovviso si .dovrà sempre temere finchè l'Austria avrà piede in Italia, e molto più se avrà no·n solo Verona, rna tutto il quadrilatero. La idea di una Confederazione non è un argine a ciò; e molto 111eno, se si ridonano Toscana e Modena agli ATciduchi d'Austria. Quest' ide·a della Confederazione, che l'Opuscolo mostrò venuta alla Prussia nel 1848,

' ' ) l • --(9)~ . .egli ricorda essere stata pur q~tella di · Lord Ponso?tby, ambasciatore inglese a Vienna nell' anno stesso. · ·. ·. . · •< l primo mezzo di rimediare ai ·pericoli . ({ della situazione (scriveva qqel dfplom~tico) .l << sta nel riconoscimento franco e leale della -. (( nazionalità jta.liana; non 'già di una . n~zio- .' J « J!alità provinciale, ch_e ·si limitasse ad ac- . « cardare alla Lombardia . ed .alla Venezia ~- ' . • 'l « ciò che Fimperàtore accot~dò a tutti i paesi ·- . - ( - « eh~ co~ pongono la ·Monarchia, vale a dire ~, « un'amministraziQne provinciale e comunale, t . « e i diritti sancì ti dalla· Costituzione; ciò non '' basterebbe p i lÌ, m,a conv~rre~be che l'Au- (( stria dichiarasse --di , voler contribuire con l ' • « tutto il suo_potere alla formazione della . ' (( Confederazione Italiana sulle )~asi più na· . « zio nali, a condizion·e che quella Confede- ·( « razione riconosca la sua stretta e perma- · . ' (( nente neutraJità, é che l'_·Europa sancisea ~ « alla sua volta quella neutralità, come lo ~ « fece per la Svizzera nel 1815 (§ XII, p. 51). _ <' .L'Opuscolo senza esprimere il pensiero di scacciare l'Austria dall'Italia, ·poì così ·risoh1-

- ( 10 ) - . , t::unente espresso da Napoleone, affermava nondimeno neèessario e possibile di confederare l'Italia coJne la Ger;nania (§ XIV, p. 57). Ma egli' ({ non intendeva di stendere un riano « di Confede.razione. Quello che era stato re- , « datto nel 1848, ed al quale avevano ade- « rito il Papa, il re di Napoli, il re di Pie- , « · monte, il granduca di Toscana, fornirebbe «. ancora più di. un elemento utile. Egli ri~ , « posava come il pçttto germanico sul doppio t< principio facile ad organizzarsi ed a conci- « liarsi anche 01n forme di governo diverse , << cioè: solidarietà di tùtti gli Stati confede- (( rati nella difesa interna ed esterna; indi- · (( pendenza di · ciascun o di loro nell'esercizio (( della loro sovranità particolare ( § xv' (( pag. 6'0). . • l .. . Cosicchè Venezia non solo non guadagnerebbe nulla , poiché rimarrebbe come prìtna sotto il governo dispotico dell'Austria, n1a perderebbe p~rsino ' la speranza di mai più redimersi, se quella ~ sanzione dell'Europa si estendesse a garantire all'Austria e agli altri Governi · l d'Italia la ·loro parte nella Confederazione.

f • ' ' • ' ·- ( ')l ) ~ r ', .Ho detto c~ e l'Autore dell'Opuscolo · n.on esp-rimeva il pensiero di scacciare l' A'ustria dal Lombardo-Veneto. . Egli si esprimeva però - , COSI: ' . . • . -.! ~ . ' ' « Ma vi è un ostacolo fuori d' lta].ia, fuori {( dell'interesse europeo, ' cioè ~a situ-azione .: '< d~IF· Austri~a in Lombardia. Stà dunque nella· « logica della · politica austriaca 'di opporvisi ; « CO!llé si è opposta alle rifo-rme, corn'essa . , « s1 opporra a tutto. · ,., ~_ · <( . Che deve farsi? Devesi curvarsi sotto. il « veto dell'Austria? Devesi passare oltre? f~ < egli un appello· alla forza .o un appello alla « opinione che può trion(are di quella resi- « stenza, e condurre ad una soluzione recla· " mata dall'ir~teresse. generale? Quest'è l'ultima « quistione che abbiamo a risolvere (§ XV, .. (( pag. 61). r' E per risolver la · ragiona èosì : . . ·· .. Egli osserva che « i trattati sarebbero in- · « variabili soltanto qualora il n1o.ndo fosse· « immÒbile, e che un H potenza, la quale si- « trincerasse dietro i trattati per resistere a « modifieazioni reclamate dall'interesse gene- , '\

. • - ( 12 ) - ~< rale, avrebbe senza dubbio per sè il diritto <r scritto; ma avrebbe contro di sè il diritto <( morale e la coscienza universale (§ XVI, ' . l « pag. 61 ). . « Che cosa dunque si deve fare? Appel- « larsi alla forza? La Provvidenza allontani « da noi tale estremità! È necessario appel-.' « l arsi all'opinione pubblica (iyi pag. 62). ~ '< L'opinione potrà giudicare e forse imporsi <r come la giustizia pacificatrice del buon di- « ritto. -Noi non abbiamo · alcuna ostilità · « contro l'Austria. L'Italia è il solo motivo l « di diffìcoltà che possa esistere fra lei e la (( ~.,rancia. Noi rispettiamo la sua situazione « in Germania, la quale non ha a temere ~ « nulla da noi sul Rerio. La soluzione della (( questione italiana avrebbe per risultato di << cancellare tra la Francia e 1: Austria ogni c{ soggetto di dissidenza (ivi pag. 63). N oi desi- « deriamo dunque ardentemente che la di- .. « plomazia faccia alla vigilia di una · lotta . q ciò ch'ella farebbe l'indomani di una vi t- « toria (ivi pag. ultima). Cosi il celebre Opuscolo, pr·ecursore della

-( '13)- l guerra, pur deplorando che nel 1848 non sia stata accolta a Milano la proposta rlell'Austria, e a Francfort la specie di transazione progettata a quella Dieta dalla Prussia, che voleva serbare la Venezia all'.t\ustria con una Confederazione . l tali ana, mise però in n1ezzo tali diffìcoltà, provenienti sia dalla posizione militare di Verona, sia dalla politica che l'Au- , stria segue ed è forzata a seguire a 1neno c~i un .suicidio, che rendevano inevitabile l'alternativa proclamata posteriormente dall' lnlperatore Napoleone: o tutto o nulla all'Austria in .. Italia. ... ~ Il Presidente del Senatò M. Troplong nel discorso di chiusura ha ripetuto l'assicurazione dell'Imperatore di voler sottrarre il LombardoVeneto al don1inio dell'Austria. Tutta la Francia applaudì all'idea generosa e sapiente; e tutta Italia la accolse con gioia e con una riconoseenza senza limiti, festeggiando dappertutto l' Irnperatore Napoleone co1ne il suo liberatore. Ella vedeva riparato da lui il gran male del trattato di Campofortnio, che per la prima volta diede all'Austria la Venezia. 2

- ( 'l-t ) - Nla ora, dopo tante vittorie, alla vigilia della liberazione di Venezia , 1nediant.e una formi- , dabile flotta , che convogliò batterie gaHet~- , gianti e le nuove fulminanti cannoniere di basso fondo, e che è appena radunata nello .Adriatico; l'opera è troncata inaspettatamente a 1nezzo; si fa un lungo armistizio; i due Imperatori si abboccano e si abbracciano; la pace è fatta e si rinnova il trattato di Can1pofor1nio, eon ' questo di più: eh~ mentre quel trattato dava per confine l'Adige, cosicchè Mantova, Peschiera, Legnago, e una parte di Verona, la quale è divisa a mezzo dall'Adige (quella parte che fu poi fortifìcctta), tutto insornn1a il quadrilatero ritnaneva agli Italiani; ora col nuovo trattato tutto ciò rimane in potere dell'Austria. . Vi è il lenitivo , è vero, della Confederazione; tna non è egli forse da ten1ere ehe formando parte l'Austria della Confederazione col suo quadeilatero , e colla faeilità notata dall'Opuscolo qi far pio1nbare all' improvviso in Italia le sue' orde prepotenti, questa Confederazione non sia che la società degli agnelli col lupo? ..

l • \ ' • • - ( 15 ) -l Che cosa dunque fece mancare la parola .. ' . . ehe t~tta l'Italia,. eccettuato lVIazzini ·ed i suoi , . seguaci , ctedevano in1rnancabile? Dobbiamo- . . l noi eredere che la Prùssia . abbia convertito, in ult~m-atum il suo progetto di transazione ·Ùel1848, e l'Imperatore .Napoleone abbia do~ l vuto subire la necessità di quella specie. di ,_< transazione? , ._ -~- . · ' ~ ... I g~ornali prus~iapi pubblicàn,o. ora·,. e tutti g1i altt~ i giornali d'Europa traducono ·da quelli, .... · un dispaccio del 22 giugno ultimo ò.i Lord . John Russell f!1Ìnistro degli affari esteri a · · Londra , ,a Lord _Blootnfield ministro britan- • r nico a Berlin-o, -col quale si volea dissuadere ~ ]a l1russia dal prender parte alla guerra fn ~ favore dell'Austria, a pretesto « che le fortezze ' sul illincio e sull'Aqige sieno i baluardi della G·ern1ania ). . - Questo argotnento prussiano, ~ccatnpato sino ·dal 1848, è confutato dal .-Ministro in- -. g-lese, il quale conclude così: « Il più che si « può di re è questo , che 1nentre n1o.lti Te- « deschi vedono in quelle fortezze il baluardo )) della .Germania, molti Italiani le riguardano \ ... (

- ( 16 ) ~ « come unn grave rninaccia all'Italia. Il trat- « tato di pace deve decidere del loro futuro « destino. Ebbene, cotne lo ha egli deciso? Egli Jascia questa perpetua n~inaccia contro l' Italia in mano di un mernbro della sua Confederazione! La spada di Darr1ocle le penderà ogni giorno · sul ca p o ! ~ · · · Ciò è tanto più deplorabile quantochè il proclan1a di Napoleone fu concepito in forrna ' di Co1nunicazione al Corpo Legislativo sedente r a Parigi , ·iBvintag·li il 3 maggio ultitno ; a - quello stesso Corpo Legislativo, nel · cui seno pochi giorni prima , -il 27 aprile, i Deputa~i della Opposizione si astennero dal ·votare l'aumento della leva rnilitare, dicendo per bocca ' di Ernile . Olivie-r ehe non potevano aver fiducia nel ·Governo, il quale non dava alcuna . . spiegazione. J « Il Governo, egli disse, non deve i'ntrapren- « ·dere la guerra soltanto affine di dar occ~­ <( sione a' suoi diplornatici e ai suoi rninistri {( di vantare la sua moderazione. fl Congresso {< essendo ora abortito, ha forse il Governo, ,

/ \ . • l - ( 17 ) ~ « assumendo un'attitudine dignitosa, franca- « In ente confessate le sue intenzioni? - E l \ « che si propone . egli , di fare per l'Italia _ ~ . U ~ « intervento può condurre alla· emancipazìone·; ( ma dall'altra parte egli può condurre sol- ( tanto ad un ingrandimento del Piemonte, « ad ttn altro Trattato di Campqformio, o ad « una nuova spedizione di Rorna. Fra queste · - ' (< ipote$i qual è la prescelta dal Governo? < Non abbiamo noi diritto di temere che < l'unico ,oggetto di questa spedizione sia di << guadagnare un poco di quella gloria·, colla « quale il popolo ha la debolezza di consolarsi « della perdita delle sue l.ibertà? PerC.iò, fin- ( eh è il G·overno non si sarà più co,mpletamente J (( spiegato, noi ci asterremo dal votare. Sa- · n remo felici ; se lo spettacolo dell'Italia eman- (< cipata ed unita ci proverà fra breve che la « nostra diffidenza era mal fondata ». 'La spiegazione fu .data con quella comuni- ~ cazìone al Corpo Legislativo. Ma ahimè! la prova di fatto ch'egli desiderava per confessare il torto della sua diffìdenza non fu data nè a lui nè al mondo ! J J

l - ( 18 ) - I dubbi dell'Opposizione sono convertiti in eertezze. I~a guerra fu intrapresa e troncata a mezzo per far pompa di tnoderazione. L'intervento condusse non all'emaneipazione promessa dell'Italia, ma ad un ingrandimento del Piemonte, ad un altro trattato di Campoformio, peggiore del primo geograficamente e n1ilitarmente. E non osiamo dire di essere appieno rassicurati dall' annunzio che fece il Ministero inglese alla Camera dei Comuni il 22 luglio, che non fu pattuito nel trattato e non è intenzione dell'Imperatore Na.poleone di fare , una spedizione di Firenze, di Modena , e di · Parma , per rimettere tre piccoli troni, due de' quali ·austriaci,, e per ristaurarvi a dispetto delle popolazioni tre Principi fuggiaschi\, ai ~ quali Napoleone si contenta di dire: Siate in . . ' . avvenire p1u saggi ~ ,, La guerra è fin~ta con uno spettacolo dì gloria dato al popolo francese : la gloria di ' . aver · fatto in due mesi la · guerra e la pace. Il popolo doveva applaudire al grand' uomo non solamente come il più grande fra i Regnanti, ma, ciò che non si sarebbe creduto, ' l

• .._ ( 19 ) - \eome il piu grande fra i Generali del gior~o; J come l' lrnperatore di nuova stirpe che per~ don~ all'orgoglioso ln1peratore di ·antica razza, . e gli fa grazia della 1netà dèlla pena. · Ma il popolo francese nop si ~ contentatò di questo spettacolo; non ne fu eontenta l'ar:.. mata; non ne fu contento il Piemonte, ben:.. · ch_è ingrandito; rnon ne fu contenta la Lombardia, benchè lib·erata, la quale, oltre la perdita di Venezia, sente sè stessa umiliata nelle forme · ·della sua emancipazione, colla .cessione fattane, propriamente come di un mancipio, da Fran- - cescD Giuseppe a Napoleone, e da Napoleone a Vittorio Emanuele. Non sono· contente To- . ~ scana, Mode~a, Parma, alle quali Napoleone consiglia o co1nanda di richiamare i loro So~ vrani. Non si contenta Bologna che ha scosso il doppio giogo austriaco e clericale ; nè Je altre città sore~le che l' har~n.ò seguita. Non .è contenta inson1ma l'Italia alla quale Napoleone avea promesso di renderla a sè stessa. Non è contenta inJ1ne l'Europll, i cui Governi si seri.. tono scherniti con questo inconsulto colpo d:i \ ·, . scena.

- ( 20) - Napoleone si accorse bentosto di non aver prodotto con quel colpo inaspettato ~' effetto .çh' egli si aspettava ; e perciò egli ha fatto succedere giustificazioni a giustificazioni. Nel proclama all'armata egli disse: << La Venezia, « è vero ·, rimane sotto lo scettro d~Il' Au- « stria ; ma sarà nondimeno una Provineia << lta'liana forma nte parte di una Confede- (f razione Italiana. , - L' Italia sarà d'ora i a . . ) << poi padrona de' suoi destini , e ·non sarà , l « che colpa sua s' -ella non farà progressi << nell'ordine e nella libertà. - l/armata si « arresta solamente pcrchè lo scontro pren- « devu tali proporzioni che no,n erano più in « relazione( cogl' interessi che la Francia avea . « in questa guerra tremenda ))w f l l ' ' Queste .ultime parole erano misteriose, e le prime non erano abbastanza e·hiare e rassi-.. cur~nti. · I giornal~ i semiofficiali le commentarono e le stiracchiarono fino a dire nel loro volta-faccia (ldulatorio che il progrant1na im- l l periale · è virtualmente adempito ad onta che l la Venez~a ed una parte della Lon1bardia, dal · Mincio all'Adriatico, rimangano all'Austria. Il ' l l

- ( 21 ) ftfortiteu1fl ·tacque. Napoleone ha parlato di nuovo: nella risposta ~gl'indirizzi laudatorii dei r Presidenti del Senato, del Corpo I1egislativ~ e ' l del Consiglio di Stato, qhe trovano sen1pre tutto ' l • ben fatto dall'Imperatore, sia quando promette ' sia quando non tnantiene, Napoleone respinge l'adulazione, e confessa ehe il suo programma ~l non è adempito; e. dice che gliene duo~ e. \· «: -credete voi, egli esclama, che non mi sia . (( costato il tron~are apertamente in facci~ « all'Europa dal mio programma il territ.orio « che si stende dal Mincio all'AdFiatico? (( Credete voi che n o n mi ·~ia costato il ve- (( dere in onesti .cuori nobili illusioni distrutte, « . e patriotiche speraMze svanite? )) . Creda chi può a . questi lamenti di Napo-- leone; ma perchè chiama egli illusione la fede eh' ebbero i Veneti 'e gl'Italiani nelle sue promesse ? . . . , . l t Egli si scusa allegando le· difficoltà del · ' troppo decantato qua~rilatero, che non è p9i · Sebastopoli, il quale fu pur espugnato senza l'artiglieria. di nuova invenzione ; ma queste difficoltà, già riferite nel celebre Opuscolo, non r

' t ' l ' - ( 22 ) - erano certo itnprevedute allorchè egli mosse la guerra. Infatti egli soggiunge: <<La difficoltà del- « l'impresa non avreb~e nè scossa la mia risolu- « zione, n è arrestato lo slancio della mia armata, << se i n1ezzi non fossero stati fuori di propor- <( zione coi risultati da attendersi )) . Ma neppure ciò poteva essere impreveduto da lui: quando egli si pose alla testa' della sua ar1nata, e non l esitò ad annunziare al mondo di voler liberare l'Italia sino ali 'Adriatico, egli aveva cer.. ' l , tamente calcolati i mezzi oceorrenti al fine propostosi. . ~ · Egli afferma inoltre che « bisognava risol- << versi a spezzare arditamente gl'intralci op- « posti da territorii neutri, ed allora aceettare l « la lotta sul Reno co1ne sull'Adige >>. Ma questa necessità non esisteva se non che v o- ·. lendo fare una diversione. Infatti poche linee . prima è detto << che il nernico era protetto l « contro ogni diversione sui fianchi dalla neu- ~« tralità dei territori che lo circondano )) . N è ' tale necessità poteva essere impreveduta da • • , Napoleone, Il quale, rnaestro nel saper pesare le ·parole, non ha perciò esitato a proferire '.

l • :__._ ( 23 ) -- ·quelle che Venezia ripeteva con gioia, éd ora ricorderà con dolore, e dolor ben maggiore di quello che ora rnostra chi le ha proferite.. ' ~ (( Io mi trovava, egli prosegue, in faccia (( all'Europa in armi, pronta sia a disputare (( i nostri successi, sia ad aggravare i nostri << rovesci ». Ma egli non ha trovato in ciò un<! cosa inaspettata , poichè poco dopo egli avverte che « per servire l'Indipendenza ltat< liana egli fece la guerra contro la volontà « dell'Europa ». - D'altra parte, l'altro Imperatore, per giustificarsi alla sua volta di aver · · fatto Ja pace , adduce che, mentr' egli aveva calcolato da principio sull'assistenza ·· di qual - • J che alleato, fu poi ·abbandonato da tutti. Ma Napoleone trova una scusa veramen.te impreveduta; dico irnpreveduta da noi, non da . lui. ( Bisognava , egli dice , farsi forti fran.. (( carnente dappertutto del conc.orso della rivo- « luzione ». Ma questa franchezza egli l'ha già avuta·; l'appello a questo concorso fu fatto da lui medesimo. Il suo bel proclama dell' 8 Maggio da Mil ano agli Italiani, non già ai soli ~ombardi, dichiarava bensì <r la mia armata

( ~ 1· ) - <i si occuperà soltanto di due cose·: combat- , (< tere i nostri nemici, e mantenere l'ordine >>; 1na soggiungeva : <( lo non porrò alcun osta~~~ « colo alla legittima manifestazione de' vostri ( desiderii. La l)rovvidenza talvolta favorisce le (< nazioni corne gl'individui, dando loro all'i m- (< provviso un'occasione di grandezza; n1a egli è << sotto condizione che sappiano profittarne. <( Profittate .dunque q ella fortuna che vi è of- (< ferta per ottenere la vostra indipendenza. Or- < ganizzatevi rnilitarmente; volate sotto lo sten- « dardo di Vittorio Emanuele, che vi ha c.osì (( nobilmente n1ostrato iL sentiero dell'onore. « Non siate oggi che $o l dati; voi sarete domanì c< liberi Cittadini di un~ grande contrada ». Infine, dopo aver fatto osseryare che si trattava di << c0rninciare la lunga e sterile guerra t< degli assedii ' » (Sterile, perchè ?), egli protesta però così: << se io mi sono arrestato, ·ciò « non fu nè per stanchezza , nè per spossa- . << tezza, nè per abbandono della nobile causa (( ch' io volevo servire; ma perchè nel mio l << cuore qualche cosa parlava più forte an.. « cora , l' interesse della Frane1a )) ~ ·

- . - ( 25 ) Ma non ha egli sen1pre detto che l'in te~ · resse della Francia esigeva di avere ·per vi- . cina l'I tali a .libera , e non l'Austria padrona d'Italia~? Non ha egli detto che questa_ è la p o- . litica della Francia da Enrico lV in poi.? (Nap;léon III e l' Italie, §XH, p. 53). Non ha egli . ricordato che Enrieo IV, pur ·biasima.ndo la repubblica ·di Venezia della sua « lotta con , . . . (( Ron1a, e intèrvenençlo per . operare una ri- « conciliaz_ione egualtnente nec.essaria agli in- « teressi religiosi che ai politici, » intendeva nel suo piano di riorganizzazione ·dell'Italia «dÌ · .« dare ai Veneziçlni la Sicilia come volea dare (( il ~1ilçtnese al Duca dì Savoia , · che pren- << deva il titolo di /(e di Lombardi-a? (ivi § XIII, pag. 55).. -J Non leggiatno noi dopo il racconto di quel · . piano la seguente saggia sentenza ? <~ Così si « conservano attraverso le àiffereriz.e dei tempi_ « i ·medesirni pensieri, quando questi rispon- __ << dono ad-interessi pei·manenti, e ad una p o-· (( litiea affatto nazionale · ed europea ( ivi (< pag. 56). · - .. ... N on ha egli deplorato che la « morte di

- ( 26 ) - « Enrico IV abbia roveseiato quel piano nel f( n1omento in cui stava per ricevere la sua ~ (( esecuzione, e dare alla monarchia francese <t una potenza ed uno splendore che da lungo « tempo ~Ha non aveva più? La nazionalità << italiana ne sarebbe sortita nec~essariamente « vittoriosa; perdendo Enrico IV, ella perdeva . , . . . « tutto, e SI trovava cosi r1gettata In un ag- • (( giornamento, di cui la Providenza sola sa il , << termine )) (i vi pag. 55). Ah! perchè Napoleone, troneando a mezzo quest'opera gloriosa e sa] utare non meno per la Francia che per 1'1talia, vuol egli rigettare la Venezia in un aggiornarnento senza fine? Eppure il celebre Opuscolo, prin1a ancora del più celebre prograrnma, eone] udeva così : « Vi sono delle cause che non possono soc- << combere nel mondo; questa è del numero, « pereh è non è n è egoista nè esclusiva ; eli' è • << la causa della nazion.alità di un popolo vi- « vente, e dell'equilibrio dell' Europa >> (i vi pag. 63 ). .. . L'Opuscolo citava lodandole come « sagge )) ed eloquenti, le parole di Thiers proferite

- ( 27 ) - t< dalla iribuna il 29 gennaio 1'848 )>, e le voleva ripetute all'Italia: ({ quando cinquant'anni ' « fa noi abbiatno voluto possedere l'Italia, ave- ' . « vamo torto ; .m.a un torto scusabile, per- ~- eh è possederla era salvarla. L' immenso « Itnpero che si stenùeva da Roma ad An1- << burgo non fu che una grande r~ppresaglia « della celebre Convenzione di Pilnitz. Que' ~ « tempi non sono pitì; l'Italia deve sapere « che la Francia le augura d'essere indipenr « dente, lib~ra e felice » (ivi § IV? pag. 23). Ora sono più a proposito ben altre parole Ji Thiers sul trattato di Campoformio : u Con un' altra carnpagna , egli scrive , si « aveva la eertezza di distruggere la mor\at~­ « chia Austriaca, o di obbligarla altneno a (( rinunziare all'Italia. Ma Bonaparte avea più « di una ragione personale per evitare una <( nuova catnpagna. ~ l9fine, Bonaparte era << stanco; . egli voleva godere · un poco della « sua immensa gloria. Una battaglia non ag- « giungeva nulla alla gloria di quelle due cam- « pagne; e segnando la pace egli si coronava di " una doppia gloria. ;.\ quella di guerriero egli · - ,.

. ~ - ( 2R ) - << aggiungeva quella di negoziatore; ei sarebbe << il solo Generale che le avrebbe riunite am- (( bedue; perchè non ve n'era stato ancor uno << che avesse segnato dei trattati. È vero che « era una disobbedienza formale il segnare << un traitato su quelle basi, perchè il Dire t- · « torio esigeva l'intero affrancatnento dell'I- « · talia, ma Bònaparte sentiva che il 'Direttorio ' ' ( « non oserebbe rifiutare la ratifica del trattato <( perchè ~si .n1etterebbe in' opposizione c9lla ' « opinione della Francia ~ . . l E più lungi, dopo aver de.tto che la F,rancia . non aveva mai fatta una pace così bella, ei . . sogg1unge :· ·, « Pqteva rirtcrescere, è vero, che gli A u- ( « striaci ·non fossero rigettati al di là del- « l' [sonzo, che tutta -l'Alta Italia e la città di «·· Venezia medesima non fossero riunite alla l ~ << · Cisalpina~ Con una camp.agna questo risulc< tato sarebbe stato ottenuto. Considerazioni ' l « ·pérsonali avevano impedito al giovine vin- <<- citore di fare quella campagna. L'interesse « personale cominciava ad alterare. i calcoli << del grand'uomo, e ad imprhnere uua .taccia l

.,. - ( 29 ) -- ) ~ul prin1o e più bell'atto de·lla sua vita » ( Ilistoire de la Révoltttion ~rançaise, Chapitre ' XXVII ). ~ . . ~ . . ·. , Dobbiamo noi istituire un parallelo tra i · due· autori di que' due ·Campoformio? Dobbiamo noi dire che vi fu una medesima imp~zienza di go~ere una doppia' gloria; l' uno r , l • , agg~ungendo alla fama di Generale quella di . , . Uomo di Stato; l'altro viceversa alla fama di , Uomo di Stato quella di Generale? Dobbiamo . noi dire che ·se quegli mancò agli ordini ricevùti da altri, questi mancò alla propria pa- ' ) rola, data al Corpo Legislativo, alr Italia, al '~ · Mondo, ? Dobbiamo noi dire che mentre il primo Napoleone contava sulla qpinione della Francia in opposizione agli ordini del Diret- . · torio, Napoleone III ebbe l'Òpinione della Francia con luj quando diede la sua imperiale parola., rna non più quando vi ha mancato? Dobbiam·o noi dire dell'uno ciò che fu detto dell'altro: che l'interesse personale cominciava ad alterare i calcoli del ·grand' uomo, e ad in1primere una taccia sopra un atto che se fu il primo e il più bello del giovane Ge- ~ $ \ . (.

- ( 30) - nerale, non fu nè il primo nè il più bello del maturo uomo di Stato ? Tutti i giornali di Parigi lodavano a cielo . il programma di Napoleone; e dopo l' armisti- . / zio pubblicarono articoli per sostenere che la Francia non doveva arrestarsi, finchè vi fosse · ' r un Austriaco od una influenza Austriaca in ,. Italia. Uno di tali articoli eta stampato in un giornaly del Governo, quando egli ebbe e pubblicò l'annunzio della pace. Ebbene nello stesso ~· foglio fu stampato l'elogio di questa, cioè del eontrario: E setnpre bene. Il Siècle avea .stam- · pato pure un bell'articolo n.el senso del pro- ,. ' gramma; ma, sorpreso dall'annunzio della pace, ben lontano dal cantarne le lodi, .egli non si . l contentò nemmeno di fremere in silenzio, e f ' • soggtunse: << Nel m·omento d'inserire l'articolo che pre- « cede, abbiam·o ricevuto il dispaccio che. an- , «' nunzia la conclusione della pace. Quel dispac• ,~ «: cio c' ispira il ·timore che l'. Imperatore « Napoleone non abbia ceduto ad un sentime.n- « to di troppo ·grande generosità verso il vinto .. <( nemico, e ch'egli non si penta più tardi di

.' . - ( 31 ) - ' << aver lasciatQ u.na parte d'Italia all'Austria. ' « Il primo Napoleone ebbe pi1'1 di una volta « a deplorarè di non aver aggiunto, quando . « fece il Trattato di Campoformio , Venezia << alla Lotnbardia. ·sotto riserva di questa ri- : << flessione noi non possiatno eh~ no~are i ra- (( pidi risultati ottenuti. L'Italia in federazione << è_ certamente un progresso. Ma .se abbiarno ( il dolore di vedere Venezia lasciata all' Au- , (( stria, speriarno che, secondo il proclama di ' ' . c< Milano , ogni Stato avrà il diritto di orga- « nizzarsi ·secondo il voto delle popola.zioni )) . \ Si parla ora di un Congresso di Potenze , · dopo una Conferenza ' de' belligeranti. Pare · · che gli articoli di pace pubblicati sieno in~ complet~. Lord John Russel ne~la Camera dei Comuni il 22 luglio, rispondendo ad una interpellazione , disse di · aver ricevuto dal · Go- • t • verno Francese la comunicazione de'prelimi- . nari di pace; ma che non erano in uno stato conveniente (in a fit state) per esser~ presentati alla Catnera. . ·· Nella medesima Seduta lo stesso Ministro, ri- l spandendo ad un'altra interpellazione, disse di ·

- ( 32 ) - aver inteso dal Governo dell' ltnperatore <t che · « non vi era n è stipulazione, nè intelligenza che « alcuna delle dinastie di Toscana, Modena e ( Parma sia rime~sa colla forza militare , e «: che egli .intese inoltre non essere intenzione f( dell'Imperatore dei Francesi di usare la forza « affine di ripristinarle )>. Nella Seduta precedenté del 21 Juglio ]o stesso Ministro, rispondendo al caduto Disraeli l che non ricordandosi di essere un discendente ùi Veneziani, venuti in Inghilterra alla metà del secolo scorso, com' egli si compiacque di far noto al pubblico ('l), si mostrò soddisfatto della pace di Villafranca, e raccomandò ai Ministri di non ingerirsene e di non entrare in alcun Congresso, disse : « Io non dirò se sia « saggio o no di entrare in 'un Congresso. « Se questo paese entrasse in un Congresso l (( solamente acciocchè i suoi rappresentanti r (( avessero ad apporre la nostra firma e il (( nostro sigillo a ciò che il paes~ non ha ap- « provato, nulla potrebbe avvenire di più fatale ( (t) DlSRA.ELl 's. Curiositics or Literature, 14. EditioM, London, 1849, pag. XX. 'l

; - ( 33 ) - « e di più 'sconveniente al carattere dell'In- .. << ghilterra. Ma se v'è in Europa; e special- ~( mente in una contrada dell'Europa, un senso « di malcontento, e di allarme; se quella con- . . t< trada continua ad essere agitata dalla guerra, « e fors'anche dalla guerra civile, - e se l'in- << fluenza dell'Inghilterra può ·1nitigare questi (( sentimenti, e-rende~e la pace conclusa più « s~lida e .più soddisfaèente; non sarebbe in .. , « tal casa indegno di noi il eoncorr~re colle ~ « altr_e Potenze a questo fine ». · ... , Infine in quella sed~ta del 21 il primo Ministro Lord ]Jalmerston~ pronunziò que,ste me-r morabili parole: << L' onorevole membro si et estese molto sulle calamità della guerra; (( ma la pace pure ha i suoi patimenti come (( la guerra; e qualunque sieno le calamità c< che aggrav~rono il popolo d'Italia in conse~ « guenza della guerra, i patimenti na lei so- « stenuti durante la pace per gran numero (( di anni non sono cosa di p,oco_momento, « e ciò l)On può e~sere riguardato come uno « stato di cose che sia delitto il disturbare. ' (( Io spero che la pace ora ·fatta non po"rterà ***"lf

. ..- . -(3·4)- (( c.on se la ripetizione' e la ~ontjnuazione di (< quelle calamità; ma t'enete per fern1o che << coloro, i quali non danno grande importanza « ai pa.titnent~ che la nazione Italiana ha sof- << ferti pel malgoverno .da un gran numero di ' « anni in poi, mostrano di non conoscere ap- << pieno ciò su cui pretendono di pronunziare c< la loro opinione. l ,' "' .. • ~ « Il mio nobile amico vi espose che il que- << sito: se o no dobbiatno far parte di una.. ' . . << Conferenza, è ancora so.ggetto a considerac< zione, e dipenqerà dalle circostai)ze. Senza (( dubbio, nessun Governo di questo pae.se·vor- ·· · , · « rebbe r~ccornandare che noi facessimo. parte· ' << della Conferenza unicamente per registrare « gli Editti,: unicamente per registrare gli ac- -- « cordi fatti da ·altre parti seri~a (previo con- « senso e concors? dell'Inghilterra. Noi·pos- ·. <c siamo entrare iri una Conferenza ad oggetto << di migliorare aggju~tamenti n'an definiti- --- << _vamen(te conclusi , ed ancora aperti ad ,. (( ~lteriori considerazioni; ma non e parte << per l' Inghilterra il farsi · sernplicerr1ente l (( il .notaro (recording agent) di transazioni, ' '

- ( 35 ) ...:... « nelle quali ella non· ebbe parte n è vocé )) . Il campo ad ulteriori considerazioqi sembra ancor aperto per la Toscana e i Ducati, t~he hanno potuto insorge~e o piuttosto continuare dopo la pace la loro insurrezione. Vi è di più - . ' a loro favore la promessa di ·una delle parti, cbe segnò la_pace, di non fprzarli colle armi a ri~ettersi ,sotto jl giogo. Vi , è di più la di~: · chiarazione, non, es-servi patto coll'altra parte che la forza delle armi sia impiegata. Speriamo che l'altra parte non oserà impiegarla. --- Ma delle Legazioni Roman~ pur in~orte si tace. Speriatno nondimeno che. nessuna delle parti oserà impre~dere una seconda spedizione di Roma , una seconda spedizione di Perugia. · , E della povera Venezia ~ che non ha potuto . ·. insorgere, che ha potuto appena protestare con delle manifestazioni che provocarono l'arre~to di tanti distinti Fittadinì, e persino di una dama d'illustre patrizia famiglia cacciata nelle prigioni comuni,- della povera Venezia che cosa si farà? ·· Si lascerà forse ch' ella sia rica·cciata per

• l - ( 36 ) - s~mpre nel sepolcro, dal quale le fu permesso per un istante di alzare la testa? Si lasceranno ribadire a Villafranca le sue catene di Campoformio? Si provocheranno un'altra volta le non ine- , saudite maledizioni di quell'antica Regina dello ' Adriatico, )asciandola sola schiavà fra tutti .i popoli liberati d'Italia? ·No ·; ella si appella dalla sentenza di Villafranca a tutta l'Eur?pa: e il senso comune dei Governi la esaudirà. · . · r , • " r ·' , l : M ~ . , ,. , • l

' . )CONCLUSIONE ) l r .\ _ . . .. • l 1' l l • . ' ~ . ... I_je considerazioni di sen~o comune sono le r seguenti: e riguar~ano la Costituzione, il Cou- · - .. cordato, l'armata, gl'itnpiegati, la bandiera, le t i ·mpo~te, e il Regnante strnn_iero residente a ~ Vienna. ~.. ,) ·· . , r -to Se non si darà alJa Venezia una Costituzione eguale a quella del Pien1onte , e · senza Concordato, l'aspirazione dei. Vene ti sarà sempre al Piemonte come prima; Ja diffidenza · del Regnante sarà co1ne prima ; egli si terrà . ~ . . l. pereto armato e m1n·aec1oso come pruna; per conseguenza il Piemonte dovrà tenersi armato • l ugualmente ; perciò la Francia pure; perciò l'Europa; il tutto come prima.~· 2° Se l'armata non sarà tutta italiana , non solo di soldati, ma di ufficiali; lo stesso. . 3° Se gl'impiegati non saranno tutti italiani; lo stesso. .,

. ~ - ( 38 ) - \ 4° Se la bandiera non sarà la italiana; lo stesso. -- l • 5o Se le fortezze non saranno distrutte, ' non bastando . che sieno federali, colla facilità per l'Austria di far discendere in poche ore ~ le sue truppe tedesche dalla Pontebba e dal \Tirolo; lo stesso. 6~ Se le imposte saranno più gravose che in Piemonte; lo stesso. ,l ' 7~ Con tutto c.io l'aspirazione sarà sempre al Piemonte, a.ll~ amato suo Re, in confronto ' di un Regnante 'straniero diffi~ente del suo ' ( \popolo italiano, confidente ne'suoi popoli stranieri, residente presso di l loro, e minacciante sempre di s(catenarli CQntr.o i non amati e non amanti suoi sudditi italiani. Tale è la forza delle cose; non v'è mente umana; 'in Congresso .o fuori, che ·yalga a me ttervi riparo : r. ( l Naturam expellas furcà, tamen usque recurret. , ' Sapete a che sarebbe buono un Consresso? A stabilire il prezzo di vendita della Venezia, , facendo sentire all'Austriq che questo è il miglior partito per tutti , e per lei prima di

. - ( 39 ) - ' tutti ; perchè q.uel · p~ccolo paese le sarebbe passivo, per quanto gravi fossero , come pur troppo sono, le .imposte; doven~o prot~ggerne il possesso contro l' avversione degli abitanti e di tutta Italia colle fortezze e colle armate, come faceva prima, quando godeva le rendite anchè della più ricca Loffibardia. Così ella ravviverebbe alquanto il suo credito finan- , ziario , e potrebb\e in pace attendere .ai fatti suoi, e lasciare l'Europa in pace. Amen . , ' .. . ' ' - ~ . ' ·. ' ) l ... t . . \ l • l ' l ,. . ), ., " \t

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