Pensieri di Napoleone intorno allla divinità raccolti a Sant'Elena

- 25 - chi non SI cur asse d 'ascoltar e messa , ord ina che per assistere alla sua conviene , come alle Tuileri es , averne l' invito ; e mette l'abba te Vigna li a d isposizione della contessa Be rtrand. Se egli non invita questa signora al1a sua messa, la ragione n'è chiara : ei non la vede più, avendo avuti dei motivi di rinunziare alla sua socie tà : la casa di le i e ra ft·equentata dagli officiali inglesi . Il dottore Antomarchi mentisce reiteratamente facendò venire più volte a Longwood la eontessa Bertrand nella malattia dell ' imperatore. L' imperatore, pieno d 'un rispetto veramente filiale verso l'abbate Buonavita, l' invita a sedere alla sua mensa coll'abba te Vignali: gli usa continuamente , così in pubblico come in privato , tutti i riguardi dovuti alla vecchiaia insignila d'un sacro carattere. Un giorno gli disse: « Voi sie te protonotario apostolico ; non potreste quindi ve'itire il costume di vescovo? Non sono io ancora Napoleone? Voi siete mio limosiniere. Non ve lo d ico per me, nè per puerile vanità: no, ma bi sogna imporre a questi eretici , e niente v'ha che imponga più che l'abi to vescovi le » . Ne' suoi ultimi anni l' impe ratore pensava ser ia mcnl e a ripi gliare le pra Liebe religiose. Egli

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