ciale o qualche virtù; si distende l'uman genere in un letto di Procuste e in luogo delle gambe si tagliano le teste! Dunque, in un convegno di uomini competenti in varie materie e dotati di qualità e di caratteri diversi, l'uno non comunicherà all'altro una scintilla del suo genio o sapere o dell'energia della sua volontà, ma essi invece si elideranno, si distruggeranno a vicenda, e di essi non rimarrà - come dei gatti di Kilkenny non rimanevano che le code - che la sola 1nediocrità comune o « essenza generale umana ». Questa è la tesi; e ognun vede le applicazioni che essa comporta. In un collegio di professori trionferà l'ignoranza: un consulto di medici ucciderà l'ammalato. In un. congresso di scienziati, poiché ognuno è specialista in qualche materia, non sarà possibile intendersi, e si può presumere che la scienza vi sarà maln1enata. In ogni amministrazione composta di più d'una persona vince il più igno- . rante od il più tristo. Ogni problema medico-legale, artistico-comn1erciale, finanziario-politico, ogni problema insomma che presenti due facce, richiede per la sua soluzione il concorso di più persone: e queste si paralizzeranno a vicenda. Ma questi sono paradossi. Per quanto le assemblee non raggiungano le vette luminose che tocca il genio dell'individuo, pure nessuno negherà la grande utilità dello scambio d'idee e di esperienze che ha luogo di continuo tra scienziati, letterati, industriali, operai e uomini di tutte le professioni e di tutte le condizioni sociali, per mezzo della stampa, dei congressi e delle associazioni. È vero, per chiunque abbia assistito ad un congresso, che questi scambi d'idee riescono maluccio; che spesso nei congressi, specie nei politici, dominano consorterie e talvolta tutto si riduce a recitare una commedia, di cui sono state distribuite le parti e fatte le prove a sipario calato. Manca una seria preparazione e il tempo per una discussione pro~ fonda, e talora persino la possibilità di discutere e d'intendersi a gente che parla diversi linguaggi e che viene da diverse parti del mondo con idee già fatte e sentimenti e talora anche interessi diversi .. Il che vuol dire che il male non è già nell'organizzazione, nell'associazione, nel contatto, ma nella pochezza di queste cose, nella labilità e precarietà dei rapporti e soprattutto nell'antagonismo degl'interessi e delle tendenze. Il male non è nell'eccesso, ma bensl nel . difetto d'organizzazione. 79 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==