una data finale, una n1èta. Il progresso è indefinito: non vi sono forme necessarie, assolute, ma solo adattamenti progressivi. È errore concepire la società presente come svolgentesi intorno a un principio unico, imperniata su di esso: Stato, proprietà individuale, famiglia; e concepire una società opposta, imperniata su opposti princìpi: libertà, uguaglianza, solidarietà, o piuttosto sulla · negazione di quei princìpi. La società è una cosa varia e complessa: accanto allo Stato vi sono forze singole, individuali, svolgentisi più o meno liberamente a11che nella società presente: accanto al dominio privato vi sono forze sociali che agiscono a determinare il valore delle cose, e quindi a limitare e fino a distruggere la ricchezza privata. Accanto alla famiglia legale vi sono unioni di diverso genere, nelle quali i rapporti tra uomo e donna, tra genitori e figli, ecc. sono regolati diversamente da quelli della famiglia ufficiale o riconosciuta. Bisogna studiare l'organizzazione sociale in concreto e i miglioramenti di cui è .capace. Non prendere un modello e applicarlo: non concepire un piano e pretendere di attuarlo: non partire da princìpi astratti e pretendere di metterli in pratica. Noi ci avviciniamo a una società migliore della presente piut- .tosto per via di eliminazione dei vizi e difetti di questa, dei più gravi contrasti, delle più gravi contraddizioni della morale in vigore, che per via diretta, partendo da un princìpio e applicandolo. Noi vediamo i mali dell'attuale sistema capitalistico di produ~ zione e di distribuzione della ricchezza, dell'attuale sistema commerciale, bancario, finanziario, degli attuali rapporti di famiglia, dell'organizzazione statale, e domandiamo non il rimedio ma i rimedi pratici da apportare: ossia un po' più di giustizia, di umanità, di. pace, di benessere per tutti. È questa nostra aspirazione che noi designamo coi nomi di socialismo, comunismo, anarchia, repubblica sociale, i quali spesso non sono che parole che nascondono i problemi che noi siamo chiamati a discutere e a risolvere. · Onde io concludo che non vi sono princìpi assoluti e apodittici, imperativi categorici, non vi sono norme di condotta prestabilite e fisse, non vi è un piano unico e necessario di organizzazione sociale; ma vi è un progressivo coadattamento fra gli uomini, un perfezionamento dei loro rapporti, che vanno dalla lotta all'associazione, 67 BibliotecaGino Bianco
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