possono accadere in altre circosta11ze; e tende a generalizzare, ad astrarre, a formare delle regole e a spaziare in un campo indefinito. Perché l'immaginazione non ha limiti come il fatto. Tutte le cose astratte si concepiscono senza limiti di tempo e di spazio. La stessa nozione di tempo e di spazio è puramente astratta. Non esiste una cosa concreta che si chian1i tempo, né un'altra che si chiami spazio~ Esiste la successione delle cose, un prima e un poi,' un passato e un presente e un avvenire, come esiste la contiguità delle cose più lontane e più vicine. Tutto ciò ha un limite. L'infinito non esiste né nel tempo né nello spazio. Noi lo concepiamo bensì come qualche cosa che è al di là del tempo e dello spazio. Ma è una concezione puramente negativa, è un'astrazione della nostra mente, non è una realtà. Il tempo è la successione delle cose: lo spazio è la loro . . ' cont1gu1ta. Nello stesso modo la mente da certi rapporti stabiliti fra gli uomini ricava dei princìpi che possono guidare la loro condotta in una data società o in dati aggruppamenti sociali. Il principio di libertà, per esempio, è desunto da date relazioni fra individui in un dato ordinamento sociale: la solidarietà è desunta da altre relazioni nello stesso ordinamento o in un particolare aggruppamento come la famiglia. Prendere questi princìpi in modo assoluto, astrarli dalle condizioni particolari di tempo, di luogo, di aggruppamento e ordinamento sociale: farne forze operanti e direttive infuse in tutto il corpo sociale ed immaginare una società incardinata tutta su taluni di essi princìpi, secondo un piano più o meno logico ma puramente ideale, è l'errore in cui cadono molti di quelli che si studiano di risolvere il problema sociale. L'esperienza, gli affetti e i sentimenti che nascono dalla convivenza, le azioni e reazioni fra gli uomini hanno portato a stabilire certi rapporti fondamentali, che a poco a poco si sono consolidati e costituiscono norme di convivenza. Questi rapporti si vengono sviluppando in un senso o nell'altro, e acquistano forme determinate e concrete, ma sempre relative a un dato modo di convivenza. L'organizzazione sociale non è dunque, né la presente né l'avvenire, qualcosa che esca bell'e formato dal cervello dell'uomo, ma è un fatto concreto, una formazione storica, un organismo in continua evoluzione. Essa ha un punto di partenza e un punto d'arrivo, che però sono semplici stazioni di passaggio. Non vi è una data d'origine e 66 BibliotecaGino Bianco
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