Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

ste della civiltà vadano sperdute. Una società subentra all'altra: mentre l'una declina, l'altra si sviluppa. Vi possono essere crisi e trapassi, ascese, discese, soste e catastrofi. Ma per grave che sia la crisi, tra la società che muore e quella o quelle che nascono non vi è una vera soluzione di continuità. Il nuovo si innesta al vecchio; il presente si eleva sulle spalle del passato. Nella società che succede possono sopravvivere istituzioni dell'antica: come i Municipi della bassa latinità sopravvissero alla caduta dell'Impero romano, e come nello Stato 1noderno sopravvivono istituzioni medioevali quali la monarchia ereditaria, i titoli di nobiltà, le enfiteusi, ecc., così (è lecita l'ipotesi) nella società di domani potranno sopravvivere, accanto a nuove istituzioni economiche, la piccola proprietà rurale, l'artigianato, le libere professioni, ecc., e accanto a nuove istituzioni politiche, qualche avanzo delle attuali. Sopravviverà certamente tutto ciò che nella società presente costituisce base e condizione per la pacifica convivenza degli uomini: e sopravviveranno le conquiste fatte e i progressi compiuti dall'Umanità e acquisiti alla coscienza umana, non solo nel campo della scienza e delle arti, ma anche nel campo del diritto e della morale. X. Sarebbe ingiusto e irragionevole credere che tutto sia cattivo nell'attuale ordinamento sociale, che non vi si contengano che ingiustizie e iniquità e che perciò noi dobbiamo raderlo al suolo per costruircene un altro secondo i nostri gusti e le migliori regole dell'arte. Vi sono nelle società moderne dei beni inestimabili, acquisiti penosamente e che noi dobbiamo gelosamente custodire. Oltre ai tesori dell'arte e della scienza immagazzinati nei musei , e nelle biblioteche, oltre ai beni materiali predisposti per la 60 Biblioteca Gino Bianco

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