Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

state, sono e saranno sempre nel nostro partito, - che cosa si deve fare al congresso? Io credo che il congresso debba affrontare i problemi pratici dell'ora presente: il militare, il tributario, quello dell'intervento della forza pubblica nei conflitti fra capitale e lavoro, quello delle terre reclamate dai contadini, ecc. Deve proporre l'ampliamento della legislazione del lavoro e a fianco ad essa una legislazione repressiva del monopolio, la quale valga a trasformare radicalmente il nostro regime bancario, finanziario e commerciale (debiti pubblici, Borse,. società anonime, ecc.), sviluppando i due princìpi: non uccidere, non rubare, nel prolungamento e nell'estensione dei quali a tutte le relazioni umane sta il socialismo. Dobbiamo formarci un programma d'azione relativamente a tutt'i problemi e al problema costituzionale (riforma parlamentare), un programma tutto nostro da perseguire con le forze nostre, senza transazioni o dedizioni: ed intanto provvedere d'urgenza a democratizzare il partito e a democratizzare l'organizzazione operaia, per porre un argine alla degenerazione incipiente dell'uno e dell'altra .. In questa via incamminandoci, ci troveremo d'accordo. Io, dal canto mio, so110lieto di averla additata, e non da ora: per la qual cosa mi attirai sul capo i fulmini degli Dei maggiori e minori del partito; i quali però possono aver ritardato ma non impedito il trionfo della verità. LA FINE DELL'ANARCHISMO?* Caro Fabbri, la «curiosa» intervista col corrispondente romano de La Stampa è proprio - vedi caso! _- .una fedele riproduzione del pensiero da * Nel 1907, in occasione del Congresso nazionale dei gruppi anarchici convocato per il mese di giugno a Roma, il noto giornalista Cesare Sobrero si recò dal Merlino, che già da un decennio era uscito dal movimento anarchico dove aveva militato a lungo, per intervistarlo, e il testo del loro colloquio apparve col titolo « La fine dell'anarchismo? » nel numero del 18 giugno del quotidiano torinese La Stampa. Luigi Fabbri, uno degli anarchici più noti e · più colti che, al di sopra del dissenso delle idee, ebbe sempre per il 572 Biblioteca Gino Bianco

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