Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• suna opera fu prodotta per lungo tempo. Più tardi il Turati cominciò a dichiararsi meno feticista e a promettere ai lettori di far loro vedere anche qualche cosa delle idee del Bernstein, come chi dicesse l'altra faccia della luna. Critica Sociale del I settembre 1897. Ultimo degli articoli di Filippo Turati sul « Miraggio delle cooperative», p. 263. « Una di queste notti abbiamo fatto un sogno, un brutto sogno. Eravamo guariti della nostra utopia socialista e ci avevano creati ministri dell'Italia borghese. Dovevamo combattere il socialismo. Ora, come fare? Non ricorreremmo alla polizia, all'articolo 247, ·· al domicilio coatto. Abbiamo invece creato un numero grande di cooperative socialiste. I propagandisti vi accorsero in folla. Ciascuno diventò, secondo la gerarchia, chi presidente, chi consigliere d'amministrazione, chi sindaco, chi magazziniere, chi commesso. Assorto nel suo nuovo giocattolo, il socialismo ci ha lasciati in pace ». Ma il gover~o non ha avuto bisogno di creare le cooperative socialiste. Basta al fine di occupare i capi socialisti il Parlamento. E quale giocattolo più divertente della politica parlamentare, del votare fra Giolitti e Sonnino? SOCIALISMO O MONOPOLISMO?* Desidero avvertire che questo libro fu scritto molti anni fa (nel 1884) e che, naturalmente, ora non potrei sottoscrivere tutte * Prima che diventasse esecutiva la sentenza pronunciata l'anno precedente dal tribunale di Roma nel processo contro il Merlino, il Malatesta ed altri imputati, che li condannava a pene gravi (al Merlino toccarono .più di quattro anni di carcere), egli nel 1884 si rifugiò a Londra. Senza abbandonare l'attività pratica di militante rivoluzionario, continuò con fervore gli studi e nel 1887 pubblicò, facendolo stampare a Napoli, il volume « Socialismo o Monopolismo? », che il Merlino, come abbiamo visto, dice di aver scritto nel 1884 e che, pur essendo la sua _opera prima, è già nutrita di solida cultura economica e sociologica, e rivela nel giovane autore attitudini alla trattazione sistematica e idee personali. Nel 1906 un editore spagnolo pubblicò la traduzione del libro, per la quale il Merlino scrisse la «dichiarazione» che qui riproduciamo. 565 Biblioteca Gino Bianco

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