tradurre la replica del Kautsky e dotando la traduzione di una prefazione nella quale sciorinava il vecchio credo marxista: carattere catastrofico del socialismo, intransigenza, riforme tendenti a promuovere lo sviluppo del capitalismo, le quali accrescendo la miseria del lavoratore, ne acuissero la coscienza di classe e maturassero il conflitto. Del resto, « i programmi minimi non appartengono al partito socialista, e l'unica funzione della democrazia sociale è quella di educare e di preparare il proletariato alla rivoluzione ». Questa era anche l'opinione dell'on. Turati prima del 1898; ed io ricordo un suo articolo critico del mio libro « Pro e contro il socialismo », al quale mi accingevo a rispondere, mentre il Turati fu tratto in carcere. Ricordo qt1este cose non per una vana soddisfazione di amor proprio, ma a confusione dei miei i~correggibili censori, i quali tornano a gridarmi la croce addosso ora che si sono convertiti alla maggior parte delle mie idee. Potrei prendermi spasso citando interi articoli dell'Avanti! che sen1brano copiati letteralmente dai miei scritti. Mi lin1iterò, per amor di brevità, a rimandare il lettore a leggere l'articolo di fondo di quel giornale del 25 giugno 1901, intitolato elitticamente: « La nuova fase », dove si riproducono le mie idee principali: la distinzione tra socialismo catastrofico e socialismo positivo; la formazione della società nuova in embrione entro l'impalcatura della società borghese; la consustanzialità, per così dire, del socialismo con le riforme sociali; -:-- e ad un articolo della Critica Sociale del I gennaio 1901 ( « Fra due secoli » ), dove si ripete il mio concetto che i sistemi inventati per l'attuazione del socialismo, il collettivismo compreso, sono ben altra cosa dal socialismo stesso; che la teoria è mutabile, si corregge, si abbandona, si confuta; ma la forza delle cose rimane; ed altre simili proposizioni che si leggono a un dipresso negli stessi termini a pag. 4 di « Pro e contro il socialismo ». S'intende che né il Turati né il Bissolati hanno mai degnato di riconoscere che io avessi avuto ragione; né il secondo ha mai pensato di ritrattare le ingiurie e scomuniche. Né l'uno né l'altro, poi, hanno affrontato la critica del marxismo, specialmente della teoria. del valore, che è fondamentale nella questione del collettivismo. Essi ·560 Biblioteca Gino Bianco
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