Due concetti del socialismo sono oggi in lotta: il dottrinario o dialettico e il positivo o sperimentale. Il primo modo di comprendere il socialismo consiste nell'osservare i mali del sistema attuale, riferendoli ad una causa unica - l'individualismo ad oltranza, e ciò fatto, immaginare un sistema perfettamente opposto, il collettivismo ad oltranza. Nessun mezzo termine, nessuna via di trapasso dall'uno all'altro ordine di cose: solo una catastrofe può condurre da un estremo all'altro. Questo concetto del socialismo - catastrofico, semplicista, dottrinario e utopico - ha prevalso finora e tuttora prevale. La maggior parte dei socialisti viventi, educati alla scuola marxista, sono persuasi che le dottrine di questa scuola sono le sole, le vere « scientifiche », e temono, distaccandosi da esse, di perdere anche la fede nelle verità essenziali e indistruttibili del socialismo, o quanto meno, di vederla perdere agli altri. · Cosa singolare! Il concetto dottrinario del socialismo è accettato da uomini che in altri rami del sapere sono positivisti. La mente umana ha di· queste contraddizioni. Il chimico che credeva in Dio e nell'anima immortale, si scusava dicendo che egli lasciava la religione alla porta del suo gabinetto. Molti positivisti allorché ragionano di socialismo, divengono metafisici. Il concetto nuovo del socialismo - quello che co.mincia a farsi strada fra gli uomini spassionati, quello che scaturisce non dalla scienza astratta ma dalla vita, il solo che possa diventare realmente popolare - è più largo e più profondo. Secondo esso il socialismo non è una dottrina ma è una tendenza, un complesso di sentimenti e di idee che agitano gli animi, m:utano i costumi e tendono a mutare in meglio, cioè a rendere più eque le relazioni fra gli uomi~i. Il socialismo non è una· cosa ·di là da venire, ma è lo stesso processo di trasformazione morale e materiale che si compie in noi individui e nella società; è un fatto, non è un'idea; è un movimento, non è una finalità; è il lavoro che chiede il disoccupato; è il giusto salario (vale a dire una ricompensa proporzionata alle fatiche e adeguata ai bisogni) che chiede chi lavora; è la terra da coltivare 540 Biblioteca Gino Bianco
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