Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• AUTOCRITICA* Avevamo idee semp_lici: La lotta di classe - la società divisa in due classi - la minoranza sparuta di coloro che avendo usurpato i mezzi di lavoro, tengono a sé soggetti i lavoratori e giorno per giorno usurpano i frutti delle loro fatiche, e la grande maggioranza dei lavoratori, unici produttori di tutte le ricchezze e di tutte le utilità. (I professionisti, ecc. relegati tra i lavoratori improduttivi). Lo Stato, emanazione esclusiva della classe dominante, intento · ad accrescerne i privilegi e a proteggerne la dominazione, tenendo con la forza sottomesse al giogo le classi lavoratrici. La famiglia, un'istituzione borghese a scopo di perpetuare la proprietà individuale. Le imposte, un'estorsione sul lavoro a scopo di mantenere la forza armata e un esercito di funzionari governativi a servizio della borghesia. La legislazione sociale, una lustra. Il Parlamento, un concilio di dei, anzi di ladroni. Necessità d'una catastrofe insita nel sistema capitalistico: la crisi ·attesa da un anno all'altro o da un decennio all'altro. La rivoluzione immaginata come un'immane forza in cui si distrugge la vecchia società e se ne fonda una nuova. La società avvenire pensata come il contrapposto della presente: la solidarietà tiene uniti gli uomini spontaneamente: con l'oppressione economica cade l'ignoranza, scompaiono le superstizioni, gli odi, la delinquenza, buona parte delle malattie. Il lavoro ridotto a poca cosa e piacevole, fatto spontaneamente. Abbondanza di tutte le cose e naturale continenza di ciascuno nel soddisfare i bisogni. Nessuna necessità di legge, di governo: patti volontari. * Frammento inedito, presumibilmente del 1897. • 535 Biblioteca Gino Bianco

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