sori. Le case saranno occupate dagli abitanti del Comune, e i generi di consumo saranno raccolti in pubblici magazzini e ne sarà organizzata rapidan1ente la distribuzione per opera dei vo- . lonterosi e dei più adatti. Tutto ciò è troppo vago e indistinto, diremmo quasi amorfo. Il « popolo » del Kropotkin e i con1itati spontanei e senza 1nandato che il Malatesta suppone composti dei più volonterosi non solo, ma anche dei più adatti, agiscono tumultuariamente e alla rinfusa: e se avvenissero prevaricazioni o dissidi, non vi sarebbe modo per una soluzione pacifica. Ora, fino a che fra gli anarchici dominava l'ottimismo del Kropotkin e del Reclus, per cui, data l'abbondanza di tutte le cose, se il popolo avesse i «gomiti liberi», in otto giorni il servizio dell'approvvigionamento sarebbe organizzato meravigliosamente, poteva anche bastare l'accenno ai comitati spontanei, non investiti di nessuna qualità ufficiale e age11ti senza norme,. controlli o altri vincoli. · Ma una più n1atura riflessio11eha portato gli anarchici a riconoscere le d.ifficoltàdella ricostruzione. In un notevole opuscolo di un tecnico, che adotta lo pseudonimo di Epifane ;', ( « Fattori economici pel successo della rivoluzione sociale », Libreria edit. Umanità Nova, 1920) si enu11cianole 11ecessitàe i compiti urgenti della rivoluzione: immediata socializzazione delle terre e delle fabbriche, requisizione di tutte le scorte (alimentari e industriali) e razionamento di esse con parsimonia e metodo, impedendo anche con la violenza ogni sperpero e abuso; organizzazione immediata nel modo più intenso e razionale di tutta la produzione agricola e industriale ... I rivoluzionari dovranno impossessarsi, per la collettività, di tutt'i prodotti .esistenti nelle città e nelle campag~e, per- distribuirli e razionarli equamen~e, ma con 1nolta parsimonia e senza il minin10 spreco, a tutta la popolazione, reprimendo immediatamente e violentemente qualunque abuso, per evitare la rovina della rivoluzione con tutte ";~Pseudonimo di Ettore Molinari, che era docente dell'Università Bocconi di Milano. 524 Biblioteca Gino Bianco
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