Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

che essi, se pure 1nossi dalle migliori intenzioni, potrebbero abbracciare con lo sguardo i vari e complessi interessi generali e particolari, e trovare la giusta soluzione ai difficili problemi della trasformazione di tutto il vigente organismo economico e politico? La rivoluzione riuscirà soltanto se susciterà nel popolo le energie necessarie a compiere tale trasformazione; se i partiti politici di avanguardia agiranno in uno spirito di concordia; se le varie categorie di lavoratori del braccio e della mente, se operai e contadini comprenderanno e riusciranno ad organizzare i loro rapporti senza coazione, su una base di reciprocanza e per il vantaggio comune.1 Se invece per ottenre il grano dai contadini, a mo' d'esempio, si volesse o dovesse ricorrere alle costrizioni e alle requisizioni, ma11dando attorno bande armate e... furgoni pieni di opuscoli di propaganda; se si dovessero costringere gl'individui al lavoro a colpi di rivoltella, se si armasse una « guardia rossa » per scagliarla non contro un nemico esterno o interno, ma contro la stessa classe operaia od una parte di essa, - la rivoluzione sarebbe perduta, anche se il governo rivoluzionario riuscisse a tenersi in piedi per anni e decenni.· · Si afferma che le rivoluzioni le fanno le minoranze audaci, e si cita in proposito ad esempio anche la rivoluzione italiana del 1860. Ma nel 1859-60 si tr~ttava di abbattere dei governi e sostituirvene un altro: tutto si riduceva a invadere gli uffici governativi e i municipi, cacciare i funzionari che vi erano e installarvene altri; o dove i primi non erano troppo ligi ai re spodestati, lasciarveli a nome del nuovo re e del nuovo governo, mutando le divise e tenendo sempre il piede sul collo del popolo .. 1 « I contadini marceranno a fianco degli operai di città per la salvezza della patria (dall'invasione straniera), appena saranno convinti che gli operai delle città non pretenderanno imporre loro la loro volontà, né un ord~ne politico o sociale qualsiasi inventato dalle città per la maggiore felicità possibile delle campagne; appena avranno acquistata la certezza che gli operai non hanno affatto l'intenzione di togliere loro la terra ». Parole profetiche di Bakùnin nella « Lettre à un français sur la crise actuelle », sett. 1870, applicabili alla Francia del 1870, come alla Russia del 1918 e alla Europa contemporanea. 520 Biblioteca Gino Bianco

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