Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

rand o ovunque trasformazioni analoghe a quelle che erano avvenute in Francia. Ma la storia non si ripete. Ogni rivoluzione ha una fisionomia propria, un proprio ciclo. La Rivoluzione francese abbatté il feudalesimo quand'era già morto, spazzò il terreno da un cadavere e costruì sulle rovine di esso una nuova società. Essa si arrestò al punto in cui sarebbe stato necessario trarre i frutti dal lavoro compiuto; e l'arresto fu causato principalmente dalle guerre, le quali, se valsero a diffonderne i princìpi in Europa, ne arrestarono lo sviluppo in Francia. Ma l'evoluzione, o il progresso, bisogna concepirla come un divenire continuo (con che non si escludono eventuali soste, interruzioni o regressi) che non solo prepara, ma attua giorno per giorno la trasformazione morale e materiale della società. Se noi paragoniamo la società italiana d'oggi a quella che era nel 1870 o nel 1880, quale differenza! L'operaio d'oggi, per sentimenti, cultura, grado di benessere, non è affatto paragonabile all'operaio (e contadina) affamato di quell'epoca, governato dalla sferza del padrone. La borghesia d'oggi, parimenti, non è quella di ieri: non vive di rendita, non ozia nelle grandi città, non comanda nelle campagne da lontano per mezzo dei fattori e dei grossi affittuari. Si è formata una classe di tecnici, che ha assunto la direzione del lavoro nelle officine e nei campi. La proprietà si è mobilitata, commercializzata. E' sorta l'aristocrazia del danaro, del credito, della banca, delle società anonime, la quale ha conquistato proprietà agraria e grande e piccola industria, e ne regge i fili, determinando crisi e cracks in cui sono travolte le private fortune. Quindi oggi ciò che più si avverte è la necessità non solo di compiere o almeno di far progredire l'elevamento morale e materiale della classe ·o meglio delle classi operaie, ma anche di moràlizzare l'organizzazione industriale, commerciale, bancaria, eliminando le dominazioni che opprimono e impediscono la produzione e i cambi, e che pongono a repentaglio continuamente l'esistenza stessa e la pace delle nazioni. 514 Biblioteca Gino Bianco

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