clienti immaginati finora a tal fine e già attuati in vari paesi sono: il referendum, il veto, l'iniziativa popolare, il diritto di nomina e di revoca degli amministratori pubblici, ecc. Base del sistema dev'essere l'armonia fondamentale dei grandi interessi sociali: punto di partenza per la sua attuazione, l'eliminazione delle grandi ineguaglianze di condizioni. Sulle grandi questioni d'interesse generale - e accessibili a tutte le intellligenze - gli abitanti d'un Comune; d'una provincia, d'uno Stato (nel senso di territorio) possono deliberare direttamente, o nominare delegati che si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità dei mandati ricevuti. Le questioni anche d'interesse generale, ma richiedenti una discussione ed elaborazione di proposte, potrebbero essere deferite a corpi legislativi speciali per ciascuna materia, salvo l'approvazione popolare. Non ci sarebbe un Parlamento omnibus; e neppure un'amministrazione unica, organizzata gerarchicamente: ma le varie faccende sarebbero sbrigate o da corpi amministrativi speciali o da amministratori scelti a suffragio popolare, con le necessarie condizioni di capacità, e responsabili e revocabili, i quali agirebbe~o sotto il sindacato diretto del popolo, sottoponendo al medesimo i loro atti più importanti. L'essenza della democrazia - mi sia lecito ripetere - sta nell'assenza d'un potere e nella ricerca delle forme amministrative che lasciano il minor arbitrio possibile agli am1ninistratori. 512 BibliotecaGino Bianco
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