draconiane, cl1e bisognerebbe poi far osser,,are con la violenza. Vi è da fare eccezione per i casi nei quali non opera la concorrenza: per esempio, per i noli ferroviari, per le pigioni delle case di abitazione, ecc. Tanto più sarà rispettata la libertà dei cambi, tanto più ci avvicineremo all'equità dei cambi, ossia al prezzo di costo. Quanto al mezzo di cambio, non dobbiamo confondere la questione tecnica con il principio della necessità e utilità del mezzo di cambio. Mezzo di cambio può essere la moneta od altro che abbia un valore intrinseco, od un altro che abbia valore affatto fiduciario e sia affiancato dalle necessarie garantie. Si tratta anche qui di godere l'utilità, il servigio che rende il mezzo di cambio, eliminando le usure, le speculazioni, gli accaparramenti. Possono quindi sorgere e sorgeranno, istituzioni che renderanno superfluo in parte l'uso della moneta, a simiglianza dello odierne Stanze di compensazione, in cui si regolano i rapporti di dare e di avere nei grandi commerci internazionali. Ma nei limiti in cui sarà utile adoperare la moneta, sarebbe superstizione l'aborrirla, come se fosse la causa delle usure e dell'accumulazione delle ricchezze. Ed ora passiamo all'organizzazione per il risparmio e per il credito. Avanti tutto, vi sarà risparmio nell'organizzazione econo- . mica che stiamo prospettandq? Riteniamo di sì, non fosse che per la ragione che insieme con la libertà di lavoro gli uomini avranno quella di consumare più o meno, di risparmiare in un giorno per consumare di più in un altro, o durante un periodo della vita per godere maggiori agi nella vecchiaia, od infine di risparmiare su taluni consumi per consacrare il supero ad uno studio, ad una ricerca o ad altro. Ora, i risparmi potranno essere difficilmente conservati in natura. È naturale che essi vengano convertiti in un valore universalmente riconosciuto, per essere poi al bisogno riconvertiti in mezzi di consumo o di produzione. 462 BibliotecaGino Bianco
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