Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

Checché d'altronde si pensi di questo piano - a cui non tengo altrimenti che perché mi sembra essere più vicino d'ogni altro all'essenza del socialismo - certa cosa è che il socialismo non consiste nella sostituzione dell'intrapresa collettiva all'intrapresa individuale, nel collettivismo,· ma bensì nell'equità dei rapporti sociali, che devono esser tali che ogni uomo trovi da vivere lavorando, e non vi siano gravi ineguaglianze sociali e una classe o ceto non spadroneggi . e usurpi, sia pure col pretesto di amministrare la ricchezza pubblica, i frutti dei sudori altrui. IL PERICOLO AUTORITARIO DEL COLLETTIVISMO ~t: ... Che sono queste se non linee generalissime, larghi profili di un ordinamento economico verso il quale camminiamo e che dobbiamo raggiung~re, perché non solo esso è desiderabile, ma è anche possibile? Il dissenso fra me e i collettivisti cade appunto su queste linee generali, anzi sui princìpi fondamentali del nuovo ordinamento so- . cialistico, - soprattutto sulla questione del valore, che io ritengo indistruttibile e incoercibile, mentre i collettivisti lo sopprimerebbero unificando i possessi, eguagliando i lavori, accumunando i prodotti. Ora su questa questione, gravissima quant'altra mai, il Bonagiuso non spende una patola. _Egli- e con lui altri socialisti che hanno preso a confutarmi - credono di avermi abbattuto dicendo che io non sono socialista, che sono, per esempio, anarchico, o viceversa un socialista di Stato, od ancora un riforn1ista radicale, o un eclettico, un confusionario, ecc., ecc. Sono tentato di rispondere che non m'importa di sapere - certo non importa agli altri, meno forse alla polizia - di sapere quello che io mi sia: ma importa molto sapere se ciò che io sostengo è vero o no. È su ciò che i miei critici sono singolarmente perplessi. ";~Dalla risposta a G. Bonagiuso, Rivista critica del socialismo, 1899, pag. 113. 457 Biblioteca Gino Bianco

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