palese a tutti le condizioni degli affari, a promuovere l'aumento e la restrizione della produzione, ossia variazioni corrispondenti alle variazioni dei bisogni. Del resto, la concorrenza non escluderebbe gli accordi e altri espedienti per regolare i cambi con. riguardo al costo e al consumo, - contratti collettivi (tra associazioni di produttori e associazioni di consumatori), congressi (come oggi i congressi postali, ferroviari, ecc. che si tengono per coordinare i trasporti) e altri modi di assicurare il regolare funzionamento della produzione, la provvista di materia alle associazioni manufattrici, le liquidazioni dei cambi, rapporti permanenti tra associazioni di lavoratori, assicura- . z1one mutua, ecc. LE INEGUAGLIANZE .,·: Rimosse che fossero le grandi ineguaglianze sociali, i prezzi~ diffalcate le rendite, oscillerebbero lievemente intorno al costo, ossia all'ammontare delle ricompense al lavoro; e queste varierebbero poco fra loro, perché ogni lavoro richiesto richiamerebbe a sé i lavoratori di arti affini, e un'adeguata istruzione tecnica permetterebbe agli operai di passare da un'arte a un'altra affine, secondo il bisogno. Le gravi disuguaglianze attuali di retribuzione, che sono poi incentivi a scegliere lavori non rispondenti alle proprie attitudini, cesserebbero, e resterebbero disuguaglianze minime e passeggere, le quali sarebbero incentivo a lavori più richiesti, guida alla scelta del lavoro utile. Cesserebbe la divisione di lavoro per classi, che impedisce la specializzazione di esso negl'individui, e cesserebbe la subordinazione sociale del lavoro manuale all'intellettuale, entrambi necessari e utili alla società, entrambi necessari e utili allo sviluppo delle facoltà individuali, entrambi, nei debiti limiti, attrattivi o capaci di divenir tali. Infine lo stimolo al lavoro esiste- .,,. « Pro e contro il socialismo», 1897, pagg. 237-38. 446 BibliotecaGino Bianco
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