dinare i meno ai più capaci si avvera i11 tutta l'organizzazione sociale. Si tratta di subordinazione tecnica, non giuridica né politica. Diverse forze per organizzarsi debbono graduarsi. Non tutti possono dirigere un lavoro, né tutti possono dirigere uno Stato o una pubblica amministrazione. La scelta dei dirigenti dev'esser fatta con criteri tecnici. Non dominazioni né privilegi economici o politici, ma semplice divisione del lavoro. Questa è la parte più difficile dell'organizzazione sociale, perché bisogna tener conto della tendenza di annettere un'idea di superiorità a funzioni direttive e speciali, e dalla superiorità alla sopraffazione o dominazione è breve il varco. Con tutto ciò noi dobbiamo riconoscere la necessità di un'organizzazione non politicamente gerarchica, ma tecnicamente gerarchica nel senso di cooperazione tra funzioni direttive ed esecutive. Ridurre. tutt'i lavori ad una funzione unica, fondere il lavoro intellettuale col materiale, stabilire l'unità di lavoro e il valore di essa, è stata l'utopia comune ai marxisti e agli anarchici, che la ereditarono dai primi. Oggi la divisione del lavoro, e la naturale subordinazione dei lavori, è esagerata, complicata dalla ineguaglianza dei possessi. Ma rimarrà di essa qualche cosa che non si può sopprimere e che si dovrà rispettare se si vuole un ordinamento sociale che funzioni. VARIETÀ D'ORGANIZZAZIONE * Non occorre, né· è possibile, che tutto il suolo, tutte le ·macchine e gli utensili (fino all'ago), tutte le ricchezze non consumate, tutto ciò che può dare un vantaggio all'individuo (compresa l'abilità personale) appartenga alla collettività. Il diritto della collettività sul suolo e sui mezzi di lavoro in generale si traduce nel diritto di reclamare per sé (addicendola ad usi di pubblica utilità) quella parte del prodotto che corrisponde ~~ « Pro e contro il socialismo », 1897, pagg. 230-32. 440 Biblioteca Gino Bianco
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