Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

è, per evitare confusione ed equivoci, provocati spesso ad arte dagli avversari, i quali domandano al socialismo la soluzione di tutt'i i problemi della vita e della scienza, e non potendola ottenere, gridano che il socialismo non regge alla critica. Il socialismo non è la panacea universale. I suoi princìpi cardinali e sostanziali: l'emancipazione dei lavoratori, la socializzazione dei mezzi di produzione o, come io preferisco dire, delle rendite e dei profitti, di tutto ciò che ecceda la rimunerazione ordinaria del lavoro, l'eguaglianza sociale, - questi princìpi sono certamente destinati a rinnovare radicalmente la costituzione sociale, ma non bastano a risolvere gl'intrigati problemi dell'organizzazione economica, dell'organizzazione politica, della famiglia, della popolazione, della delinquenza, ecc., ecc. Vi sono limiti al socialismo come a tutte le cose di questo mondo. Vi ~anno, nella zona esterna del socialismo e oltre ancora, altre idee e altri sentimenti che entra110 sempre nella soluzione dei problemi sociali e talvolta la determinano. Prendiamo, per esempio, il difficile argomento dei cambi internazionali. È .certo che questi non si possono in una società socialistica regolare da una commissione internazionale, la quale misuri il valore delle cose secondo il numero delle ore di lavoro impiegate a produrle. L'equità dei cambi internazionali - che pure dev'essere una delle finalità del socialismo - non si può ottenere in questo modo diretto, ma si deve ottenere per altre vie. Chi conosce l'organizzazione attuale del mercato internazionale - anzi di vari mercati, come quello del caffè, del grano, delle pelli, ecc., ecc. - sa che essa è molto complicata ed è determinata non dalla volontà e dal capriccio dell'uomo, neppure semplicemente dal1' accumulazione dei capitali in un dato luogo, ma anche dalla situazione dei luoghi, dallo sviluppo dei mezzi di trasporto e da altre circostanze simili. Non si possono mutare queste circostanze, né si può impiantare dappertutto il vasto meccanismo di borse, mercati, docks, ecc., che servono al cambio dei prodotti da una parte all'altra del mondo, alla determinazione dei prezzi e alla liquidazione dei rapporti di credito e di debito tra i produttori e i consumatori dei vari paesi. Ma l'organizzazione del commercio internazionale come quella dei trasporti internazionali è oggi, si può dire, in mano a poche persone, le quali agiscono segretamente, accaparrano i prodotti, si 432 Biblioteca Gino Bianco

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