neva, al recente congresso di Stoccarda, che bisognasse concedere al governo l'aumento delle spese 1nilitari, perché il governo concedesse al popolo i ~suoi diritti. Il partito socialista tedesco si trova al bivio stesso al quale si troverà fra breve il nostro: dopo anni ed anni di vittorie elettorali esso non ha ottent1to il minimo miglioramento per le classi operaie, delle quali professa di patrocinare gl'interessi. In 1nancanza di miglioramenti presenti, esso promette il millennio. Si ostina però a chiamarsi rivoluzionario, giocando sul doppio senso della parola rivoluzione; mentre tutti sanno che la sua condotta è la negazione della tattica e del sentimento rivoluzionari. In tutt'i casi si tratta d'una rivoluzione a lontana scadenza. Noi invece vogliamo lottare - e non nel Parlamento, ma nel Paese e col Paese - se non ·per il millennio, almeno per le riforme immediate. E desideriamo non restringerci nel campo angusto della lotta di clàsse, ossia della questione operaia. Dobbiamo combattere anche le battaglie della libertà e della giustizia, evitando l'errore, in cui i marxisti di qua e di là delle Alpi son caduti, di credere l'una e l'altra estranee al socialismo. IV.--:: L'economia presente è assisa sulla base del monopolio: monopolio dei mezzi di produzione, monopolio dei cambi e dei mercati, monopolio ·dei prodotti, monopolio della forza di la- · voro, ossia soggezione della classe lavoratrice alla classe che ha e che sa, e che organizza e dirige la produzione e i commerci. Il monopolio dev'essere abolito, perché gli uomini possano unirsi per lavorare e separarsi soltanto per consumare ciascuno quella parte dei prodotti che corrisponde al suo lavoro. * « Il problema economico e politico del socialismo», 1921, pagg. 220-21. 430 Biblioteca Gino Bianco
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