Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

genti e dei capitalisti maggiori. Vi sono lotte intesti11e, che portano alla mutua distruzione gli stessi monopolisti: esse però si compongono con la prevalenza dei più forti e con le coalizioni. E da ultimo il sistema si rovescia: l'organizzazione non è più dal basso all'alto, dalla periferia al centro; ma è inversa . . Parte dai grossi monopolisti, i quali per mezzo delle banche finanziano -le industrie e i commerci, ne regolano e limitano lo sviluppo; da essi dipendono miriadi di piccoli industriali e accaparratori a minuto, i quali agiscono sui mercati, approvvigionandoli o rarefacendoli, in modo da produrre alternative e crisi di prezzi e da trarre a sè i maggiori profitti. Conseguenza ultima di queste lotte e coalizioni è che la ~oncorrenza cessa di funzionare, che le rendite, i profitti, i salari si elevano a vantaggio di coloro che sono al sommo della gerarchia (diventano da economici, politici), e si abbassano per gli altri fino al limite minimo dell'esistenza. L'ineguaglianza delle condizioni si aggrava e si perpetua. . Sorge, nella stessa classe capitalistica, il bisogno di una sistemazione per impedire lo spreco delle energie e dei prodotti, e per porre un limite allo sfruttamento da parte dei capitalisti a danno dei lavoratori e consumatori poveri. Sistemare l'economia, regolare i rapporti tra produttori e produttori e produttori e consumatori, eliminare le frodi e le rapine che accompagnano i cambi, è questo il fine che si propongono i socialisti moderni. · · La sistemazione viene compiuta per mèzzo di un'ammini- .straziane pubblica (naturalmente, democratica), che, richiamando a sè in tutto o in parte i mezzi di. produzione, forma il piano generale del lavoro e distribuisce i compiti tra i vari lavoratori (individui o associazioni), attribuendo ad essi una parte dei prodotti corrispondente al loro lavoro. Questo, grosso modo, è il piano socialdemocratico. .· Non più domanda e offerta, non più · prezzi, non più cambi nè moneta. I rapporti economici non sono abbandonati 415 •Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==