Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

che il Merlino « è una delle più belle figure di pensatori indipendenti formatisi nella storia d'Italia » - ci dà di lui, con grande finezza, questo ritratto: « Per l'epoca in cui visse, il Merlino è un uomo nuovo: mente fresca e libera, non legata a dogmatismi scientifici o ideologici, aperta sensibilmente alle nuove esigenze di vita e di pensiero; e perciò efficacemente critica rispetto alle dottrine correnti durante la sua vita e realisticamente co- · struttiva riguardo alle nuove aspirazioni sociali. È davvero un solitari~, come tutte le forti personalità; anche quando fa la sua scelta nelle strade della politica e ne assume in pieno la effettiva responsabilità, andando incontro alle persecuzioni di ogni genere, egli rimane un autocritico_: è con gli anarchici, ma ne sa limitare le esaltazioni romantiche; è con i socialisti, ma in lotta contro il loro dogmatismo intellettuale e la fiacca sensibilità politica. Se la parola non si prestasse a equivoci, direi che il Merlino è veramente un democratico radicale nell'affermazione di un sistema di vita integralmente aderente alla libertà e alla giu- . . st1z1a ». Giunto al tramonto della sua vita operosa, in una pagina dell'inedito testamento, che ora pubblichiamo, egli dirà di se stesso: « Conservo viva nel mio animo la fiamma che riscaldò e illuminò la mia giovinezza: mi sento a un dipresso ciò che fui, un amante della giustizia e della verità ». Ebbe veramente, come Proudhon, il culto della giustizia, da lui posta in una sfera superiore al diritto, come un'aspirazione perenne che dà senso e valore alla vita dell'uomo e alla sua storia: concetto in cui echeggia il solenne monito di Kant, secondo il quale la vita perde la sua ragion d'essere quando sulla terra c'è l'eclisse della giustizia. La sua profonda fede nella giustizia si colora di un sentimento quasi religioso in questi semplici ed edificanti pensieri: « Quello che regge il mondo è il sentimento di giustizia. È la ribellione all'ingiustizia che genera il progresso. È nel sentimento di giustizia che la coscienza umana si acquieta. La giustizia assoluta non si raggiunge mai: ma approssimandosi ad essa gli uomini progrediscono, gli odi svaniscono e fiorisce la pace e la 23 Biblioteca Gino Bianco

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