nale costituito dall'incameramento dei beni ecclesiastici, delle terre incolte, dagli utili delle vie ferrate e da altre pubbliche imprese la cui amministrazione dovrà concentrarsi nello Stato, dal valore delle terre dei Comuni e dalle successioni oltre il quarto grado: tutto ciò dovrebbe servire in gran parte per il credito da distrib11ire con l'interesse dell'l ½ o 2% alle associazioni volontarie operaie che porgessero sicurezza di moralità e di capacità. La distribuzione di quel credito dovrebbe farsi non dal governo né da un Banco nazionale centrale, ma, invigilante il potere nazionale, da banchi locali amministrati da consigli elettivi. Libertà di ritirarsi senza nuocere all'associazione, eguaglianza dei soci nell'elezione di amministratori a tempo o meglio soggetti a revoca, ammissione, posteriormente alla fondazione, senza esigenza di capitale da versarsi, indivisibilità, perpetuità del capitale collettivo, retribuzione per tutti eguale alle necessità della vita, riparto degli utili a seconda della quantità e della qualità del lavoro di ciascuno... Questa la soluzione mazziniana, che non contempla specialmente la questione della terra; e quanto al capitale, non si capisce bene se, accanto all'economia associata funzionando la privata capitalistica, nella concorrenza fra esse l'una assorbirebbe l'altra e la sopprimerebbe; ovvero sarebbero destinate a :fiancheggiarsie a prevalere l'una nel campo della piccola industria, l'altra delle grandi fabbriche e dei grandi commerci. * Mazzini, che nella sua giovinezza professò il socialismo, ma poi, tutto assorto nell'idea dell'unità d'Italia, credette di doverlo combattere sebbene serbasse sempre un grande affetto * « La conferenza proibita: democrazia, socialismo, anarchia», Roma, tipografia Vincenzo Bicchieri, 1897, pag. 11. Ecco un altro giudizio poco noto e molto significativo che il Merlino espresse altrove (Giornale del Popolo, dicembre 1901) sul pensiero sociale di Mazzini, per il quale egli dimostrò una comprensione e una simpatia che furono condivise da pochi socialisti del suo tempo: « Io non esito a riconoscere che l'ideale sociale di Mazzini - soppressione del salariato, organizzazione del lavoro mediante associazioni di operai fornite del necessario capitale - è sostanzialmente socialistico; anzi, a dir la verità, lo preferisco al collettivismo com'è comunemente inteso dai socialisti mat:Xisti ». 397 Biblioteca Gino Bianco
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