Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

" Una prima obiezione si presenta. I bisogni crescono a misura che la civiltà si estende dalle città ai contadi, da un paese all'altro. Intere plaghe sono ancora sprovviste di strade, di case, di acqua, di luce, di scuole, ecc. Al passaggio dalla società· attuale di pochi agiati e molti miserabili ad una migliore, sarà necessario compiere grandi lavori straordinari per estendere a tutti gli uomini i benefici della civiltà. A prescindere pure da questo bisogno straordinario, c'è da credere che anche in tempi ordinari la produzione rimarrà sempre inferiore ai bisogni, perché l'uomo, soddisfatti i suoi bisogni attuali, ne contrae altri. Che poi la produzione alimentare sia lungi dal sovrabbondare, è dimostrato dal fatto che basta una lieve perturbazione del ritmo della produzione, perché sorga subito il pericolo di un affamamento generale. Dunque, la « prise au tas » - la possibilità di prendere nel mucchio quanto e quello che si vuole - ·è, per non dir altro, molto lontana. Non rimane che ripiegare sul « raziona- . mento ». Ma, data la varietà dei bisogni secondo l'.età, il lavoro, le condizioni di salute, ecc., l'uguale razionamento sarebbe ingiusto e oppressivo. E chi garantirebbe l'uguaglianza nel razionamento? a ·chi verrebbe conferito l'incarico di razionare? Non vi sarebbe pericolo d'ingiustizie? Infine, avere misurata· da una qualunque autorità di diritto o di fatto (come sarebbero « i volontari » del Kropotkin) la propria ràzione di pane o il metro cubo d'aria da respirare, è intollerabile: meglio soffrire la :fame e... dormire all'aperto. . Tutto ciò vale per i prodotti: ben maggiori difficoltà s'incontrerebbero per i mezzi di produzione. Cominciando dalla prima- presa di po~sesso, chi occuperebbe le terre migliori, le case più b~lle e spaziose, le miniere più ·ricche, le località più salubri od amene, vorrebbe poi ritenere questi vantaggi e non cederli ad altri. Nascerebbero così le prime disuguaglianze ed ingiustizie. Bisognerebbe prescrivere che ciascuno rimanesse al suo posto e al suo lavoro, e provvedere nel tempo stesso a quelli che si trovassero « fuori i ranghi ». Senza di che i conta393 iblioteca Gino Bianco

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