- e queste variazioni toglieranno. ogni rigidità al sistema e daranno luogo a sperperi e ad arbitrii. Proseguendo la citazione, l'autore ci assicura che « si lavorerà soltanto nei maggiori stabilimenti e con le migliori macchine »; che « l'amministrazione della produzione sarà condotta con la massima economia e tutte le spese superflue saranno evitate »; che « il cotone verrà coltivato dove il terreni si presta meglio a tale coltivazione; il carbone sarà estratto dalle miniere più ricche; le ferriere verranno impiantate in prossimità di giacimenti carboniferi e minerari »: tutte belle cose che però nessuno può garantire, perché non basta il buon volere né la sapienza dei capi e perché può darsi che si debba ricorrere anche alle terre meno fertili e alle miniere meno ricche. Anche per l'ubicazione delle industrie bisogna tener conto dell'estensione dei bisogni, dell'esistenza di impianti industriali, delle vie di comunicazione, delle abitudini invalse e delle predilezioni degli abitanti delle varie località. Non si può considerare l'individuo come i.in atomo che si aggiuga e disgiunga a piacere da un aggregato sociale all'altro. La questione fondamentale è sempre quella di sapere se la migliore destinazione dei mezzi di produzione e la migliore applicazione del lavoro si ottengano meglio dalla sapienza di uno o di pochi « dittatori della produzione », o non piuttosto dall'azione spontanea degl'individui o dei gruppi, guidati da un interesse immediato loro proprio - quello cioè di conseguire un utile proporzionale al loro lavoro: e se quindi non sia necessario lasciare all'individuo la libera scelta del lavoro e dei consumi, affinché dalle oscillazioni e conseguente equilibrio della domanda e dell'offertà risulti il valore di cambio delle cose e delle opere: limitandosi la collettività a stabilire le condizioni generali per l'equità dei cambi, cioè per il retto funzionamento della domanda e dell'offerta .. « Il prodotto fabbricato - continua l'e~posizione del comunismo bolscevico - viene immagazzinato in speciali depositi, dai quali 'viene ripartito tra i lavoratori confederati » .- 386 BibliotecaGino Bianco
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