Una non meno grave obiezione sta nell'impossibilità - per poco che la collettività sia numerosa - di formare un piano organico soddisfacente per la produzione e per i consumi; di prevedere tutti i bisogni e di valutare tutte le capacità. Non. si può sottoporre tutto il genere umano, e neppure una qualsiasi nazione o regione, ad un regime uniforme di lavoro o di vita; né potrebbero farsi trattamenti diversi, senza aprire la via a favoritismi ed abusi, che provocherebbero accanite resistenze e ribellioni. Ultima obiezione al collettivismo è l'impossibilità di stabi- . lire i valori di cambio tenendo unicamente conto della durata del lavoro impiegato nella produzione dei vari oggetti. Lo stesso Turati, in una polemichetta * che io ebbi con lui (Capitan Fracassa, ottobre 1901), dovette riconoscere che l'elemento durata del lavoro non basta; e che la determinazione dei valori di cambio dev'essere « scientificamente e democraticamente stabilita in base al doppio criterio del tempo socia!- . mente necessario a creare l'unità del prodotto e dei bisogni sociali ». Ognun vede quanti enigmi sono raccolti in queste poche parole: tempo socialmente necessario a creare l'unità del prodotto - bisogni sociali - oltre alla valutazione al tempo stesso scientifica e democratica! (La scienza non è né democratica né aristocratica; essa è semplicemente ... la scienza). Con quali strumenti di precisione di futura invenzione potrà essere misurato il lavoro socialmente necessario a produrre un dato oggetto (un vestito, una casa, una pagnotta), se * Questa « polemichetta », originata da un lungo articolo del Merlino (« Partito socialista o Partito operaio? », supplemento al numero 15 de La Folla, Milano,. 15 agosto 1901), è stata interamente incorporata nell'opuscolo « Collettivismo, lotta di classe e... Ministero! (Controreplica a Filippo Turati)», Firenze, Nerbini, pagg. 40. Molte parti sia dell'articolo che dell'opuscolo sono riprodotte in questo volume: e si spiega così qualche inevitabile ripetizione, come nel caso appunto della polemica col Turati sul collettivismo, che, svolta nel capitolo precedente, è ripresa, a distanza di un ventennio, in questo capitolo, ma arricchita di nuovi motivi critici, come fa sempre il Merlino quando . . ' . torna su temi g1a trattati. 383 -~Biblioteca Gino Bianco
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