genere cadono maggiormente sulle cose di semplice comodo, così il costo di queste ultime verrebbe in parte a gravare sui consumatori delle cose più necessarie. Probabilmente la maggioranza dei membri d'una collettività si opporrebbe a che la collettività si avventurasse a produrre a loro rischio e pericolo cose di dubbio smercio o facilmente depe- . . ribili; in tal caso, quelli che le desiderassero, dovrebbero esser lasciati liberi di procurarsele nel miglior modo possibile. L'intrapresa privata risorgerebbe sempre accanto alla collettiva, e il piano universale di produzione e di cambio andrebbe a gambe all'aria. Queste sono le difficoltà relative al consumo. Per ciò che riguarda la produzione, gl'individui dovrebbero lavorare tutti per conto della collettività. Evidentemente essi sarebbero assai meno liberi lavorando per un capitalista unico, che non siano oggi lavorando ora per l'uno, ora per l'altro padrone. La collettività detrarrebbe dal prodotto del loro lavoro tutto ciò che dovrebbe servire non solo per la riparazione del macchinario, assicurazione dei rischi, ecc., ma anche per le spese generali . .A misura che l'amministrazione collettiva largheggerebbe nelle spese, i lavoratori si vedrebbero ridotta la rimunerazione del loro lavoro. Da ultimo l'amministrazione preleverebbe a titolo di tassa dagli operai ciò che oggi i capitalisti prelevano a titolo di profitto. Lo sciopero non sarebbe possibile: si dovrebbe ricorrere all'insurrezione. Tutto il suolo, tutt'i capitali, tutt'i mezzi di produzione apparterrebbero alla collèttività. Ma poiché la collettività non potrebbe farli fruttare che concedendone il possesso agl'individui o alle associazioni, e poiché vi sono terre più fertili e terre meno fertili, posizioni industriali più vantaggiose o più vicine a certi grandi centri di popolazione e di coltura e per queste o per altre ragioni più ricercate, così nascerebbe subito una gara, che si risolverebbe in una lotta per il potere, per la direzione dell'amministrazione. Ora, in ogni lotta vi sono vincitori e vinti. Ognuno può quindi immaginare le conseguenze. 363 Biblioteca Gino Bianco
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