Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

giorno dalla notte (p. 346). Le ore di lavoro potranno essere ridotte moltissimo (p. 347). Si fondano grandi scuole provviste d'ogni conforto e ordinate in modo perfetto; ove giovani e vecchi possono apprendere agevolmente qualsiasi arte e mestiere ... Vi sono laboratori di chimica e di fisica rispondenti in tutto allo scopo di queste scienze, e non mancano insegnapti e maestri in abbondanza (p. 351 ). Da ultimo « non si commetteranno in avvenire delitti politici e nemmeno reati comuni» (p. 390). E chi non creda a tutte queste cose meravigliose, aspetti e vedrà! Lasciamo da banda le profezie e sforziamoci di penetrare con lo sguardo la vita reale che risulterebbe dall'attuazione del collettivismo. La collettività dovrebbe dunque, come abbiam detto, tenere nei suoi magazzini tutte le cose necessarie, utili e magari di semplice diletto e quelle atte a soddi_sfare capricci individuali (bisogna concedere anche i capricci all'uomo socialista); dovrebbe dunque la collettività tenere a disposizione degl'individui tutte le cose di tutte le specie e qualità, dalle più preziose alle più insignificanti. Gli amministratori dovrebbero pensare a tutto. Al principio di ogni anno, od anche giorno per giorno, gl'individui farebbero conoscere alla collettività i loro bisogni, le associazioni produttrici farebbero la loro richiesta di materie prime, ·macchine, ecc. E la collettività dovrebbe provvedere. Sarebbe interdetto ogni rapporto diretto fra individui e fra associazioni. Tutt'i cambi dovrebbero avvenire per mezzo della collettività. Le lungaggini burocratiche a cui il sistema darebbe luogo, sarebbero tali da scontentare ben presto i più entusiasti. Oltre a ciò, le cose che la collettività terrebbe nei suoi magazzini, sarebbero soggette a deperire. Alcune dovrebbero esser messe da parte, perché non richieste; altre uscirebbero d'uso; le macchine già costruite potrebbero esser rese inutili da nuove invenzioni, ecc. Alcune fabbriche dovrebbero esser chiuse, altre trasformate. Questi mutamenti importerebbero perdite, di cui la collettività dovrebbe indennizzarsi accrescendo il valore di cambio delle cose in generale. E siccome le perdite di questo 362 Biblioteca Gino Bianco

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