Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• Al pari del Bellamy, il Bebel ( « La donna e il socialismo », p. 333, ediz. di Milano) vuole un'amministrazione che abbracci tutt'i rami dell'attività sociale, un'amministrazione per Comuni e per circoli (sezioni) di Comuni. Si fa un inventario generale in cui viene determinato il numero e la ·specie delle forze disponibili, degli strumenti di lavoro e quindi delle fabbriche, dei laboratori, dei mezzi di trasporto, della proprietà, la potenzialità di lavoro ottenuta per il passato, la quantità delle provvigioni esistenti e la misura dei bisogni dei vari oggetti durante un certo periodo di tempo (p. 334). Con la guida di questo inventario la collettività forma il suo bilancio (lo fa magari largamente anche per i possibili accidenti e cambiamenti) e riducendo tutto a ore di lavoro, stabilisce quanta dev'essere in media · la durata del lavoro quotidiano di ciascun individuo. << Se, per esempio, la società trova che per avere tutt'i prodotti necessari qisogna lavorare tre ore al giorno, essa :fissaa tre ore la durata del lavoro » (p. 354). Con la stessa guida la società determina i valori di cambio delle cose. « È facile calcolare la durata del lavoro sociale necessario per creare ogni sin- ·golo prodotto. Si mette in ragguaglio questa parziale durata del lavoro con la durata intera. Qualche certificato... attesta la prestazione del lavoro e pone il possessore in grado di barattare cotesti segni con oggetti necessari di ogni specie» (p. 355-56). In nota cita l'Engels che dice: « la gente fa gli affari suoi da sé, senza l'intervento del famoso valore ». La collettività dovrebbe tenere nei suoi magazzini tutte le cose che si possono umanamente desiderare, dalle più piccole alle più grandi. « Il gran numero e la serietà degl'impiegati tien conto - ci assicura il Bebel - dei desideri più differenti. Se da una parte vi è eccedenza e dall'altra mancanza di forze (di lavoro), la collettività provvede a ristabilire l'equilibrio ». Del resto - ci assicura anche il Bebel - « non si produrrà che l'ottimo » (p. 344). « Il lavoro deve farsi sempre più gradito » (p. 345). Gli stabilimenti di produzione dell'avvenire, siano sopra o sotto terra, saranno diversi da quelli d'oggi come il 361. Biblioteca Gino Bianco

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