Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

L'UTOPIA COLLETTIVISTA * L'utopia non consiste nel concepire un nuovo ordinamento sociale e neppure nella forma pl~stica e fittizia che si dia ad una idea di questo genere, ma nella natura fantastica e non reale della cosa concepita, nella sua contrarietà alle condizioni essenziali della convivenza sociale. Questa è utopia, anche se espressa nella forma arida di un trattato scientifico. Il Bernstein (Neue Zeit, 24 aprile 1897, pag. 100) ha notato che i cosiddetti socialisti utopisti della prima metà del secolo (Owen, Fourier, ecc.) non furono dei sognatori. Ve ne furono che dettero prova di « un senso molto sviluppato della realtà » nelle loro concezioni della società ideale. Viceversa, aggiungerei, vi sono oggi molti socialisti scientifici che si fanno della società socialistica un concetto così falso e fantastico da dover essere ritenuti per veri utopisti. Il Bebel è uno di questi, e il suo libro ( « La donna e il socialismo » ), diffuso a decine di migliaia di copie in Germania e tradotto in parecchie lingue, dice pur troppo qual è la concezione che hanno comunemente del socialismo i socialisti. Paragonate il trattato del Bebel al romanzo, anzi ai romanzi del Bellamy ( « Looking forward », tradotto col titolo « Nell'anno 2000 » ed « Equality », uscito due anni fa); spogliate questi ultimi degli accessori e abbellimenti (la macchina per volare, l'elettroscopio, ecc.); e voi vi accorgerete subito che * « L'utopia collettivista », 1898, pag. 37 e seguenti. 359 Biblioteca Gino Bianco

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