profitti al livello segnato dal loro grado sociale e dalle abitudini voluttuarie da essi acquisite. Sorgono così e si consolidano le ineguaglianze permanenti di condizioni sociali, che si riflettono nei cambi, dove sotto l'apparenza della libera concorrenza impera il monopolio, ossia la legge del più forte. I CAMBI E IL VALORE. I cambi, abbiamo detto, sono il mezzo con cui nell'economia associata e specializzata gl~ uomini riescono a soddisfare con la maggior larghezza possibile i loro bisogni. Nei cambi si determina il valore, che è un rapporto tra due o più cose considerate non in se stesse, ma in relazione ai nostri bisogni. Le cose che soddisfano nella stessa misura lo stesso nostro bisogno, si dice che hanno lo stesso valore, si equivalgono: quelle che soddisfano bisogni diversi, o lo stesso bisogno in diversa misura, hanno un valore corrispondente all'importanza del bisogno rispettivo o al grado di soddisfazione che procurano. Vi è una scala dei bisogni, dai più ai meno indispensabili: ma siccome i bisogni si fanno sentire per la maggiore o minore difficoltà di soddisfarli, il valore delle cose dipende in definitiva dalla maggiore o minore necessità che se ne ha, e quindi dall_'estensione e quantità in cui esse esistono o si producono o si possono produrre; e così, in condizioni normali di vita, essendo assicurata la produzione delle cose tutte cl1e occorrono a soddisfare i bisogni, diciamo così, riconosciuti ( quelli risultanti dal tenore di vita invalso nelle varie classi sociali), il valore si determina da ultimo, per le cose che esistono in quantità limitata (perché quelle che esistono in quantità illimitata, come l'aria e la luce, evidentemente non vengono nei cambi e quindi non hanno nessun valore), dal costo di produzione. Difatti, supponendo per ora che i cambi avvengano direttamente fra i produttori ed in parità di condizioni tra questi, 341 Biblioteca Gino Bianco
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