gliorie sia passata nel dominio dei conquistatori e i vinti siano costretti con la forza al lavoro, ossia nel salario forzato, il salario che si dà al lavoratore non è più un salario economico, determinato in libere contrattazioni e secondo la legge dei cambi; ma è un salario politico corrispondente al grado di soggezione a cui è ridotto il lavoratore: e così la rendita e il profitto si elevano al di sopra delle differenze di produttività derivanti dalla varia fertilità del suolo e dal lavoro capitalizzato, e sono veri e propri tributi che il proprietario-capitalista preleva sui prodotti dell'altrui lavoro. L'ECONOMIA ASSOCIATA. Ritorniamo per un momento indietro, all'economia individuale; e supponiamo che l'occupazione della terra più fertile che va unita con la messa di essa in coltura, sia fatta da un individuo, il coltivatore; le migliorie (costruzione del muro di cinta, della casetta, delle stalle, ecc.) siano opera di altri operai specializzati 11ellediverse specie di lavori (muratori, fontanieri, cavatori, ecc.), e così la costruzione degli aratri e degli .altri strumenti del lavoro, l'allevamento del bestiame, ecc.; ma che tutti prestino _l'opera loro all'agricoltore, contribuendo ad accrescere il prodotto della terra da lui occupata. Evidentemente in questi casi il prodotto della terra costituisce il fondo comune da cui tutti questi lavoratori indipendenti debbono trarre i mezzi di sussistenza: perché nessuno di essi consentirebbe a lavorare per meno di quello che egli otterrebbe impiegando il proprio lavoro sulla terra meno fertile. . Si ha in questo caso un'economia associata, una vera cooperazione, uno scambio di servigi e di prodotti tra le varie categorie di lavoratori. L'agricoltore distribuisce i prodotti della terra tra sè e i suoi collaboratori, e questi si prestano mutuamente e forniscono all'agricoltore i loro prodotti. 338 Biblioteca Gino Bianco
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