gerarchica che mette capo al potere supremo e assoluto d'un individuo o di pochi, ma l'interdipendenza degli organi al?Jministrativi, un vincolo federale fra essi più che un vincolo gerarchico; e ho detto anche quello che tutti ammettono, cioè che la pubblica am-. ministrazione nelle sue varie parti dev'essere sottoposta al sindacato popolare. Non è forse in questo senso che evolve la costituzione p_olitica? Se è vero che gl'interessi individuali o dei ceti o degli aggregatti territoriali - interessi un tempo distinti e cozzanti fra loro - si vengono, lungo la via della civiltà, amalgamando e coordinando e armonizzando, diventando interessi collettivi, e che quindi si allarga la sfera dell'amministrazione sociale o, come dice il Durkheim, dello Stato: è altresl vero che l'amministrazione pubblica si viene snodando, differenziando in organi distinti, aventi ciascuno una sfera propria d'azione; ed è ancor vero che essa viene assumendo una forma sempre più democratica, vale a dire che cessa di stare da sè, d'essere l'espressione d'interessi e di volontà di minoranze dominanti, e diventa la cosa di tutti gli ammini~trati, la emanazione della volontà e degl'interessi collettivi. Il potere perde sempre più un po' della sua antica autorità verso il popolo: da assoluto diventa costituzionale, e diminuisce sempre, fino a sparire affatto, fino a cessare d'essere un potere. Il potere diventa un uffici(!, un dovere, un mandato, sottop~sto a condizioni e dipendente dalla volontà del mandante. Che ci debba essere un organo, anzi più orga~i degl'interessi gene~ ral_io collettivi, questo l'ho dett(? anch'io, criticando appunto la con:- cezione anarchico-individualistica. Ma quest'organo o questi organi differiranno dallo Stato odierno almeno quanto quésto differisce dallo Stato medioevale; e questo è importante a stabilire. Ogni_altra questione non può essere che una questione di parole: poiché il Durkheim chiama Stato quello che io chiamerei forse amministrazione pubblica, la disputa si riduce al significato di un vocabolo. Ciò detto intorno all'unica grave obiezione che il Durkheim muove alle idee. da me esposte in « Pro e contro· il socialismo » e in « Formes et essence du socialisme » e riconosciuti giusti, senza affettazione di modestia, gli appunti che il Durkheim fa al modo onde quei libri sono stati compilati, mi è lecito compiacer1Ilidi vedere approvate da un uo.mo del valore del profess·ore Durkheim le tesi principali di quei volumi, accolti con non dis~imulata ostilità dai dottri325. ,. iblioteca Gino Bianco
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