il primo soltanto (gli altri mi furono portati via in una perquisizione e fanno parte di un dossier che giace negli archivi del tribunale di Parigi). Più tardi esposi le mie obiezioni al marxismo nella Société Nouvelle e nella Révolte, non senza meraviglia dei miei amici anarchici, che a quel tempo erano ancora imbevuti delle dottrine marxiste, e in nome di queste combattevano il parlamentarismo, la legislazione del lavoro, e predicavano « l'espropriazione violenta degli espropriatoti » a giorno fisso. La crisi o piuttosto la critica del marxismo cominciò dunque nel campo anarchico, quest'è vero (se non si vuole tener conto dei maloniani); ma essa si è poi estesa e continua ad estendersi nel campo dell'ortodossia marxista. Povero professor Labriola! Dacché egli si è messo a fare il marxista ... teorico, i marxisti disertano l'uno dopo l'altro il campo. Una delle· colonne del marxismo, il Sorel, che scrisse una prefazione, piena di lodi sperticate, all'edizione francese dei « Saggi sul materialismo storico », lo ha abbandonato in un modo veramente crudele. Il Labriola aveva intavolato con lui una conversazione scritta sui modi di convertire la gente al marxismo (questi modi sarebbero: pubblicare un'edizione completa delle opere di Marx e di Engels, imitare l' « Antidiihring », scrivendo « tutti gli altri anti-x necessari per combattere tutto ciò che imbarazza od infesta il socialismo in nome (sic!) di tutte queste sociologie che pullulano da tutte le parti», ecc.). Prima che la conversazione finisse, il Sorel si era convertito ... contro il marxismo. « Quale mortificazione per me! » geme il Labriola (prefazione a « Socialisme et Philosophie), e il suo dolore è di quelli a cui non si può dar conforto di parole! Il Sorel non solo ha manifestato il suo dissenso dalla teoria marxiana del valore in un articolo pubblicato nel J ournal des Économistes (maggio 1897); non solo in una recensione di « Pro e contro il socialismo » ( che il Labriola ha l'improntitudine di dire severissima) mi fece lode di avere « portato nello studio del socialismo quello spirito giuridico che ha formato la gloria del suo pa~se, e del quale egli è fortemente imbevuto », ma è giunto perfino (peccato imperdonabile!) a presentare al pubblico francese il mio _libro « Formes et essence du socialisme » con una prefazione che è una quasi completa adesione alle mie idee. 316 Biblioteca Gino Bianco
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