Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

tura, attingendo alle fonti internazionali del pensiero contemporaneo, con la possibilità che ebbe di frequentare le grandi biblioteche dei paesi che lo ospitavano; e i due anni trascorsi in prigione furono per lui un periodo di pensoso raccoglimento, critico e autocritico insieme, in cui trovarono una risposta conclusiva i problemi e le inquietudini e ricerche teoriche che da alcuni anni agitavano il suo spirito. Come le alterne vicende del lungo esilio e la 110n breve prigionia sofferta ne avevano 1nesso a severa prova la tempra dell'animo, così le molteplici esperienze culturali e politiche compiute avevano dischiuso al suo . . ' . . . pensiero p1u ampi or1zzont1. Formatosi .nel clima culturale del positivismo,6 ne adottò il metodo d'indagine, ma si sottrasse all'infatuazione dell'esclusivismo scientista di quella cultura. Rifuggì, per l'aderenza del suo spirito al concreto, dagli astratti dottrinarismi, ma non cadde in un angusto empirismo e non negò l'importanza degli ideali, e la sua concezione del socialisnio rivaluta i fattori etici e la coscienza dell'uomo. Ebbe una visione volontaristica del divenire sociale, ma la sua fede 11elprogresso fu temperata dalla congiunta consapevolezza che le idee e i fini sono valori relativi, non assoluti. La tendenza relativista del suo pensiero, che è senso vivo del reale e non scetticismo, si accentuò nel libro, che è l'ultimo da lui composto, « Il proble1na economico e politico del socialismo ». Fu soprattutto uno spirito libero, avverso al formalismo e dogmatismo dei partiti e delle scuole, il quale nello studio dei molteplici problemi che costituiscono la grande questione sociale, non si tenne pago di soluzioni generiche e di formule sempliciste, ma mirò sempre a coglierne gli aspetti essenziali.7 6 Vittorio Frosini dell'università di Ron1a, nella sua succosa « Breve storia della critica al marxismo in Italia» (Bonanno editore, Catania, 1965), afferma giustamente che il Merlino « si mantenne fedele all'ispirazione positivista, pur sapendo discriminare fra gli elementi dottrinari che la componevano e senza indulgere a facili confusioni, come avvenne ad altri>>. Dunque, un positivista sui generis. 7 Nello stesso libro del Frosini che dedica non poche meditate pagine all'opera del Merlino, troviamo questa inquadratura e valutazione storica: « Lo 12 Biblioteca Gino Bianco

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