giustizia e di solidarietà, che formano l'essenza del socialismo, circolino e si diffondano in tutt'i meati dell'organizzazione sociale. Molto dipende dal concetto che ci facciamo dell'ordinamento socialistico, se cioè questo ce lo immaginiamo come una grande azienda collettivistica nella quale tutto il lavoro sia ridotto ad un tipo unico, ad un'espressione semplice, ad uno sforzo muscolare quasi eguale per tutti i lavoratori, e l'opera direttiva e inventiva sia tutta amalgamata e ridotta a forma burocratica: ovvero come una repubblica economica, una complicata rete di organizzazioni varie di produzione e di servigi e di relazione a forma cooperativa, dove abbiano gioco le energie intellettuali e appaiano diversità e differenze, che devono essere attenuate nell'organizzazione degl'interessi generali, ma non distrutte o soppresse. Per chi abbraccia il concetto unitario, accentratore del socialismo, la presenza delle classi med.ie nella società fa l'effetto d'un terzo incomodo, che complica inutilmente una situazione che altrimenti sarebbe netta e determinata e facilmente risolvibile in un~altra. Per chi invece abbraccia il concetto federalistico o cooperativistico del socialismo, le classi medie hanno un'importante funzione nella trasformazione dell'attuale ordinamento sociale, fungono da lievito, mentre la classe operaia è (se cosi posso esprimermi) la farina da impastare. L'intelligenza, l'energia delle classi medie infusa nell'organizzazione degli operai, dà luogo a nuove istituzioni, a nuovi organismi sociali, nei quali comincia a vivere, sia pure vita infantile, lo spirito nuovo che dovrà animare la società futura. Ora, che cosa impedisce che queste nuove istituzioni sorgano tra la stessa classe media? Le organizzazioni•di credito, le associazioni mutue, gli arbitrati, i consorzi, le forme d'amministrazione veramente democratiche possono sorgere nel seno della piccola borghesia; il lavoro della quale si trasforma direttamente secondo i principi del socialismo, svestendo i caratteri di sfruttamento che esso riveste nella società attuale. 270 Biblioteca Gino Bianco
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