Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

zione o disapprovazione. Questo fatto, di cui ognuno vede l'importanza, è stato purtroppo negletto dagli scrittori dell'etica. I quali si contentano di enunciare dei criteri per distinguere le azioni buone dalle cattive, senza però dirci la misura della moralità (o immoralità) rispettiva, onde poi non osservano la subordinazione, il nesso e i conflitti fra idee morali diverse; e fanno delle varie idee morali altrettanti princìpi assoluti, riponendo la morale nei fatti singoli, non nell'insieme della condotta. La misura è l'esse~za stessa della moralità, come il valore dell'economia. Vero è che essa è difficile a determinarsi, a causa dei molteplici elementi e coefficienti della moralità d'un atto; onde la grande difficoltà incontrata dai legislatori di tutt'i tempi nel formare una scala dei delitti· e delle pene, difficoltà che fu rilevata già dal poeta venosino: Adsit regula, peccatis quae poenas irroget aequas: Ne scutica dignum, horribili sectere flagello. Orazio, Sat. I, 3 Ma questa difficoltà è lungi dall'essere i11vincibile,quando ·noi ci riportiamo alla coscienza 1norale di un dato popolo in un dato tempo. A noi, per esempio, ripugna che il furto sia punito più gravemente dell'omicidio, be11ché,secondo Machiavelli, gli uomini siano più prodighi del sangue che degli averi. Ad .ogni modo, è manifesto che per formarci un'idea esatta della condotta umana, non basta sapere che il tale atto riscuote approvazione, il tale altro ripro,razione dalla coscienza morale: bisogna conoscere il più e il meno dell'una o dell'altra. * Non v'è una morale: ma vi sono morali diverse, relative ad aggregati più o meno vasti, come famiglia, classi, popoli; e vi sono gruppi od insieme di fatti morali, relativi a vari domini o reparti della condotta: morale sessuale, patrimoniale od * Ibidem, pag. 53. 169 Biblioteca Gino Bianco

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