Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

pro dei bisogni o dell'infortunio o dell'ignoranza dell'altro e migliorare la sua condizione a scapito di questo o di quello? Se gli uomini continuassero ad essere moralmente quelli che sono oggi, le ineguaglianze di condizione riapparirebbero ben presto nella società, e con esse « la forza che fa nomarsi diritto », inseparabile compagna e fida ancella del monopolio. Viceversa, non solo l'elevamento morale non si può ottenere finché duri la lotta brutale per l'esistenza fra gli uomini; ma qualsiasi principio non può operare se non rivestendo forme concrete; e i princìpi essenziali del socialismo non fanno eccezione alla regola. L'abolizione del monopolio e del salariato, la solidarietà e il mutuo aiuto non basta proclamarli; bisogna che siano incarnati in istituzioni vitali. La morale può e deve darci i princìpi fondamentali del nuovo ordinamento sociale. Ma gli ordinamenti pratici della società futura spettanto all'economia, alla politica, al diritto, alla sociologia. Queste scienze, beninteso·, devono attingere nella morale i loro princìpi direttivi. Recentemete si è tentato di renderle indipendenti con quel risultato che tutti sanno. L'economia, non contenta di sceverare i fenomeni economici dai morali per comodo d'osservazione, aveva eliminato affatto l'elemento morale nell'apprezzamento dei fatti economici; sicché è stata poi costretta a rifare le sue teorie. Così pure si vollero trattare i fenomeni politici con formule aritmetiche, come se gli uomini fossero numeri e la società non fosse che la somma dei suoi membri. E si verificò che il conto non tornava. La sovranità popolare restava un mito, il governo della maggioranza si convertiva in tirannide d'una minoranza; la divisione dei poteri si tramutava nella loro concorde azione sui governati, la legge in libito e la giustizia in violenza. Anche il diritto proclamò la propria indipendenza dalla morale; il diritto di proprietà, l' obbligatorietà del contratto, l' eguaglianza legale erano concetti giuridici astratti, come le nozioni dei reati. Quindi furono consacrate e consumate, nel nome del diritto, le maggiori ingiustizie. Anche la novissima scuola del diritto penale 166 Biblioteca Gino Bianco

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