Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

da lontano la rivoluzione sovietica, e da vicino la rivoluzione fascista, commisurando i risultati alle sue aspettative ed alle sue esperienze di antico ed autentico rivoluzionario. Bisogna riconoscere, che egli rimase immune da entusiasmo per l'una e per l'altra, e che esercitò verso entrambe una critica severa, nutrita degli acri succhi moralistici di un utopista deluso. Considerata nella retrospettiva di mezzo secolo, la posizione assunta da Merlino appare certo coerente alle premesse di un lungo e fervoroso esercizio spirituale nella fede della libertà; 1na 110nsi può fare a meno di segnare i limiti del suo giudizio politico. Il suo atteggiamento nei confronti della rivoluzione. sovietica è una conferma della concezione critica del marxismo, di cui abbiamo fatto cenno; ma lo stesso Merlino incorre nel comune pregiudizio, per il quale Lenin non avrebbe fatto altro, com' egli scrive, << che impiantare in Russia il comunismo o il collettivismo secondo la dottrina di Marx ». Lenin sarebbe stato dunque un epigono di Marx sotto l'aspetto teorico, un esecutore zelante o addirittura fanatico del marxismo sotto l'aspetto pratico. Le cose, a dir vero, non stavano proprio così. In confronto a Lenin, Marx non fu che un profeta, fu il precursore che annunciò il tempo a venire; ma l'originalità e l'importanza storica dell'opera di Lenin non si possono commisurare esclusivamente sul metro del marxismo, giacché Lenin fece del marxismo la componente essenziale di una nuova visione del mondo sociale, in cui egli rivestì un ruolo messianico. Il pensiero di Lenin appare ben più complesso, nella sua formazione ideologica, di quello dei ripetitori del marxismo; come è stato osservato, egli è l'erede di una tradizione politica europea, che ha prof onde radici; 6 in Lenin c'è Marx, ma c'è più di Marx. Perciò la polemica di Merlino contro la rivoluzione leninista appare oggi priva di reale m~rdente, non certo comparabile a quella da 6 V. Frosini, Il partito e lo Stato in Lenin, in « Nuova Antologia», n. 2053, gennaio 1972, pag. 27 e segg. XVI BibliotecaGino Bianco

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