et necis del pater familias sulla donna e sui figli; e penetrando ora nelle relazioni tra governanti e governati, limita il potere dei , primi sui secondi e a poco a poco lo scalza. Da ultimo, penetrando nelle relazioni economiche, ancora oggi soggette alla legge del più forte, cioè del più ricco, scardina e abbatte il regime capitalistico e libera la classe lavoratrice dalla servitù del salariato. Nel tempo stesso in cui si estende abbracciando tutte le relazioni sociali, si approfondisce. Concepita dapprima come semplice reciprocanza formale (legge del taglione), poi sotto _forma di limitazione della condotta (i precetti negativi del Decalogo), viene_ elaborandosi come norma positiva di condotta, come quando proclama l'eguaglianza delle condizioni come base della convivenza sociale. La giustizia non è dunque nelle forme con cui si manif est a, ma nel suo contenuto, che è concreto e reale. Se noi interroghiamo l'immensa maggioranza dei nostri contemporanei - esclusi quelli in arretrato di sviluppo e i degenerati, nei quali permangono o si riproducono gl'istinti atavici di violenza e di parassitismo - li troveremo concordi in certi princìpi _di giustizia che devono regolare i rapporti sociali. Per esempio, si conviene da tutti essere giusto che chi non lavora non mangi (eccezion fatta per gl'incapaci), perché sarebbe ingiusto vivere parassitariamente del lavoro altrui. Si noti che questo · concetto di giustizia è relativo a una società in cui i prodotti sono limitati e la produzione costa uno sforzo. In una società invece che noi possiamo immaginare, gli uomini potrebbero trovar giusto di dare a tutti - anche a quelli che fossero restii al lavoro :-- per un sentimento di solidarietà e per un supremo interesse sociale, i mezzi di vivere. Presentemente però la giustizia è riposta nella reciprocanza di servigi fra uomini • capaci. É giusto che i mezzi di produzione siano alla portata dei lavoratori: può esservi disparità di opinioni sul modo di raggiungere tale finalità, ma nessuno può definire altrimenti che ingiusto il monopolio dei mezzi di lavoro, come quello che pone 157 Biblioteca Gino Bianco
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