Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• socialismo scientifico, in un nuovq volume, che apparve direttamente in francese nel 1898, col titolo (come si è detto) di Formes et essence du socialisme, e con una prefazione di quarantacinque pagine stesa dal Sorel, che suonava come un manifesto del revisionismo della dottrina di Marx. In tale opera, che ebbe ampia risonanza internazionale (e basterà ricordare la recensione che ne fece Emile Durkheim, il grande sociologo francese), il Merlino affermò l'indipendenza· del socialismo da formule dogmatiche. Com'egli scriveva, « vi è un fonda di socialismo ormai acqttisito alla coscienza umana, un socialismo che sorge dalla necessità delle cose, dal crescere della convivenza e del senso morale, che si infiltra sempre più nell'organismo sociale; e questo è l'essenza intima, il germe vitale di quell'altro socialismo che si propugna dai partiti e si insegna dalle cattedte ». E fissava chiaramente le sue obiezioni critiche alla concezione materialistica della storia, « troppo semplice per essere tutta la verità», e specificamente al marxisnio, in quanto esso non offriva una spiegazione sufficiente dei fatti sociali, non forniva ttna teoria per l'organizzazione di una libera società futura, e la sua ristretta concezione del socialismo era in aperta opposizione alla stessa azione pratica da svolgersi. La conce- . zione del socialismo, che aveva il Merlino, si ispirava in definitiva ad un ideale solidaristico ed umanitario, invece che al principio di ferrigna dialettica, teorizzato da Carlo Marx; sicché egli poteva definire il socialisnzo « non il trionfo di una classe sulle altre, ma il prevalere degli interessi generali sugli interessi particolari ». 4. Il Merlino continuò la sua operosità nel secolo ventesimo, e poté dunque assistere al tramonto delle « illusioni del progresso>>,come le aveva chiamate il Sorel, nell'età che si aprì con lo scoppio della prima guerra mondiale. Egli poté osservare xv BibliotecaGino Bianco

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