Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• Autobiografia che nel 1883 ~ quand_oaveva pubblicato quel libro, conosceva Marx solo per sentito dire. L'anno in cui il marxismo cominciò davvero a diffondersi in Italia fu il 1891, con l'apparizione della Critica Sociale, le rinnòvate traduzioni del Manifesto dei comunisti,· la volgarizzazione del Capitale (la cui prima traduzione integrale è però del 1886); la formazione di un partito operaio organizzato sulla . base della dottrina marxista, che venne poi fandato a Genova · nel 1892. In questo quadro d'insieme, e in questo momento cruciale della storia del marxismo in Italia, si colloca al punto giusto la critica svolta dal Merlino negli scritti da lui composti a commento della dottrina di Marx, e pubblicati su La Société Nouvelle del 1891, ovvero su riviste italiane negli anni sue- • • cesszvz. La critica del Merlino al Marx si appuntò specialmente in due direzioni: l'una, la teoria marxiana del plusvalore; l'altra, il programma rivoluzionario. In quanto alla prima, Merlino nega che sia il_plusvalore, e cioè l'eccedente del profitto sul costo di lavoro, a formare il fondo dei profitti del capitalismo: com'egli osserva acutamente, il valore della merce non si può ridurre alla sola « gelatina di lavoro », come voleva il Marx, giacché esso deriva da un rapporto di disuguaglianzadi condizioni nella produzione; e d'altra parte, i profitti delle classi dirigenti hanno il loro modo primario di formazione nel sistema finanziario d'imposta. In uno stato comunista, del tipo vagheggiato e propugnato da Marx, si sarebbero perciò fatalmente riprodotte le condizioni di privilegio e di sfruttamento; come scrive incisamente il Merlino, « il comunismo o collettivismo marxista sarebbe lo statu quo toltone il capitalista, e aggiuntavi la burocrazia »; in esso cio~ il funziont;?rioavrebbe sostituito il capitalista. I marxisti, secondo Merlino, avrebbero perseguito, come loro scopo, « non già l'emancipazione immediata della classe operaiamediante l'azione rivoluzionaria; ma la sua organizzazione, vale a dire l'organizzazionedella minoranza che solo . . . è organizzabile, e che si lancia all'assalto del potere». E comXIII Biblioteca Gino Bianco

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