sia adoperata a respingere la violenza »; il che letteralmente significa che l'aggredito debba farsi uccidere senza difendersi. Tanto incerti sono anche presso gli uomini più colti i criteri morali! Infine non mancano esempi di azioni ingiuste, benché non vi entri violenza né inganno. Le leggi egiziane punivano come reo d'omicidio chi non accorresse in difesa dell'aggredito. Da noi si condanna chi, imbattutosi in un ferito o in un neonato esposto, non presti le cure necessarie e li lasci perire. Lo stesso Spencer pone il caso seguente: « Carlo è buon nuotatore; potrebbe, ma non si cura di salvare la vita ad uno che a poca distanza da lui si annega. Carlo non dev'essere solamente biasimato come uomo senza cuore, ma come ben peggio... Egli dev'essere ritenuto colpevole di una specie di omicidio passivo» ( § 446 ). Nei quali esempi si vede non essere il fatto materiale della violenza che costituisce l'ingiustizia dell'omicidio, ma bensì il fatto di togliere altrui la vita, o di permettere, potendo in1pedirlo, che altri la tolga, o di non fare, potendo, quello che sarebbe necessario per conservarla. O in altri termini, violenza, inganno o quale altro sia il mezzo adoperato, il male è in questo, che un uomo ha perduto per causa nostra l'esistenza. Parimenti l'ingiustizia del furto è in ciò,. che altri si appropri quello che non gli appartiene, qualunque sia il mezzo adoperato. Le leggi positive possono limitare, bene o male, i casi in cui l'ingiustizia è punibile, ma ogni azione che leda l'altrui esistenza, senza necessità attuale, ha i caratteri essenziali dell'omicidio o della lesione personale, ed ogni appropriazione della roba altrui è o una rapina o un furto o una frode. Che uno uccida col ferro, col veleno o con la raffinata crudeltà che ~sano talvolta gli uo1llini per togliere altrui la vita senza offendere il codice penale, con maltrattamenti e sevizie che non lasciano traccia, col sottomettere altri a fatiche pericolose o dargli in fitto abitazioni malsane, moralmente è tutt'uno. E che uno mi rubi ponendomi la mano in tasca od obbligandomi con qualunque mezzo, magari con la persuasione, a mettervela da me e consegnargli ciò che è frutto del mio lavoro,· è anche 124 Biblioteca Gino Bianco
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