Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

Oggidì un uomo non può vendersi in schiavitù, ma egli può vendere la sua capacità di lavoro, può fittare le. sue braccia a tempo più o meno lungo; e il contratto, quali che siano le necessità che hanno indotto il venditore a farlo, è valido; e quali che siano i patti che lo costituiscono, si ritiene giusto. E, quel che è più, milioni di uomini nella società presente si trovano in tal condizione da dover rinnovare ad ogni scadenza questo contratto vita loro durante, accettando condizioni che tutti riconoscono essere, nella maggior parte dei casi, inique. È uno stato più che un contratto. Nel Medio Evo molti si davano volontariamente coi loro beni ad un padrone per ottenerne la protezione, e presso gli antichi germani chi aveva perduto al gioco . passava volontariamente al servizio del vincitore. Lo schiavo moderno ha sull'antico il vantaggio di poter cambiar padrone, ma questo vantaggio è più che compensato dalla triste precarietà della sua occupazione e della sua esistenza. La sua libertà è affatto nominale. La scelta che il povero ha del mestiere e delle cose da consumare, è pressoché nulla. · I diritti che gli si riconoscono (diritto ai beni naturali, all'aria, alla luce, alla terra, al prodotto del proprio lavoro, al libero pensiero, al voto politico), tutti, nessuno eccettuato, sono mere parvenze o finzioni giuridiche, e cedono alla coercizione che gli abbienti esercitano sui nullatenenti. La supposizione che gli uomini, essendo liberi ed eguali di diritto e non di fatto, possano èostituire un'autorità che li rappresenti tutti e sia l'espressione verace della volontà e degl'interessi generali e rimanga soggetta alla sovranità nazionale, è stata smentita dall'esperienza. I ricchi, gli istruiti, i furbi e spesso i disonesti hanno il sopravvento sugli altri. Nessuna legge, nessuna carta può assicurare la libertà a coloro che dipendono da altri per la loro sussistenza giornaliera. Chi è povero è schiavo e viceversa. Consci di. questa verità - che è poi la quintessenza della critica socialistica all'attuale ordine di cose - gli uomini hanno lottato i tutt'i tempi non per la libertà astratta, ma per le condizioni del benessere, ed hanno dato il nome di libertà al diritto 113 iblioteca Gino Bianco

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